Divenire Umani

Nasciamo in un mondo dalle convenzioni limitanti e stringenti, una realtà dove, a volte, la stupidità delle tradizioni e dei conformismi ci modella senza che possiamo fare nulla, vista la nostra poca consapevolezza sia nell’infanzia sia nell’adolescenza.

Nasciamo in un mondo dalle convenzioni limitanti e stringenti, una realtà dove, a volte, la stupidità delle tradizioni e dei conformismi ci modella senza che possiamo fare nulla, vista la nostra poca consapevolezza sia nell’infanzia sia nell’adolescenza.

Se siamo fortunati, da adulti facciamo un po’ di lavoro su noi stessi e ci liberiamo di alcuni schemi e idee preconcette, anche se certi programmi – per la maggioranza – rimangono validi per tutta la vita. 

I nostri genitori sono e restano i nostri primi esempi: essendo tutt’altro che perfetti (sono esseri umani come noi immersi nel nostro stesso sistema) ereditiamo da loro comportamenti e modi di pensare, anche quando non lo ammettiamo, fin quando iniziamo a ribellarci e a fare baldoria, diventando però, in mancanza di un lavoro interiore, loro replicanti a nostra insaputa. 

Se i nostri genitori, per esempio, sono entrambi maschilisti (si, anche molte donne lo sono!) allora lo saremo anche noi, e si dovrà fare un grosso sforzo intellettuale in età adulta per elaborare e cambiare quelle impostazioni. Stessa cosa se i nostri genitori disprezzano le persone di colore, gli stranieri o gli omosessuali. 

Vivere in una società materialista, conformista e senza una vera consapevolezza di certo non ci aiuta: la maggioranza dei genitori e dei figli, per esempio, vivrà nel mondo solo per “godere insieme” sia con i colleghi (ex mangiando avidamente o scherzando rumorosamente) sia con i compagni di sport sia con le donne, con le quali si farà sesso, o meglio si “scoperà”. 

La forte attrazione per il virtuale ci complicherà ulteriormente l’esistenza, sfuggendo le realtà che non ci piacciono, così come qualsiasi forma di chiarezza e impegno, dato che la virtualità è e resta – per molti – sinonimo di caos e leggerezza. 

L’unica cosa che ci interesserà a un certo punto sarà quella di consumare cibo, sport e sessualità, fino a consumarci e divenire automi senza un briciolo di anima. 

Insomma, ci comporteremo più come animali che come esseri umani, anche se ci lamenteremo di tutto… in quanto percepiremo questo vuoto dentro di noi, solo che non ci metteremo mai in discussione aprendoci a nuove possibilità e modus vivendi

La paura di non essere conformi alla società sarà sempre presente, anche perché la nostra autostima si basa essenzialmente sull’ammirazione degli altri e sulla forte impressione fisica o materiale che riusciamo a suscitare nel prossimo.  

Le nostre relazioni rispecchiano esattamente questo modello: finché gli altri ci sono utili, ci ammirano e assecondano va tutto bene, ma non appena qualcosa va storto, ecco che la relazione finisce come se l’altro non fosse mai esistito. 

Insomma, in amore si gioca sempre e solo alla cavallina, passando da un inizio di rapporto a un altro, e mettendo l’amore in soffitta.

La verità è che i nostri pregiudizi ereditati sul mondo, sulle categorie che non ci piacciono, sulle donne, sugli uomini e sui vari stereotipi rendono i nostri amori letteralmente impossibili. 

Il non impegnarsi mai poi, in nome di un consumismo compulsivo dei rapporti umani tipico di quest’era virtuale, ci metterà letteralmente nel sacco. 

I nostri pregiudizi, a volte, riguardano dettagli insignificanti come la regione o il paese di origine, la religione, l’accento, il tipo di vocabolario, il modo di vestire, le convinzioni politiche, il peso, la muscolatura, il colore degli occhi, il girovita. Tutti questi pregiudizi si rinforzano proprio nelle chat nelle quali ci riversiamo compulsivamente, cosa che crea ancora più separazione e frustrazione. 

In altre parole siamo infelici, questo perché ci ostiniamo a vivere pieni di cose inutili e senza l’indispensabile.

Solo quando ci accorgeremo di queste cose e intraprenderemo un viaggio dentro di noi stessi, scopriremo i nostri meccanismi distorti e le nostre resistenze le quali, per essere demolite, richiederanno una procedura a tappe, strato dopo strato. 

Lavorare su se stessi e sulle proprie convinzioni erronee in una società come la nostra è e resta l’unica scelta che abbiamo per raggiungere la consapevolezza e quindi la serenità.

L’ignoranza di sé non porterà mai la pace, ma solo la fine di una tempesta mentre un’altra è all’orizzonte.