Il futuro del sesso inizia dal Giappone?

Secondo il governo giapponese, i giovani nipponici sono affetti da una “sindrome celibataria”, nel senso che sono tutti single e vogliono rimanere tali.
Uno studio della National Institute of Population and Social Security Research (in pratica il nostro ISTAT) ha constatato che il 59% delle donne non sono sposate, contro il 68,9 degli uomini. Moltissimi tra questi – il 30% degli uomini e il 26% delle donne – non solo non sono impegnati ma non cercano legami di alcun genere, e tra di loro alcuni sono e restano vergini.


In certi casi, la verginita’ non e’ affatto vista come una vergogna, in quanto la sessualita’ oggi viene vissuta in altri contesti.
Per questi giovani, dunque, e’ meglio non solo non sposarsi, ma neanche fidanzarsi: per il sesso, infatti, c’e’ il porno on line, che alimenta le fantasie e sta contribuendo – secondo l’istituto – alla desertificazione di ogni tipo di relazione, fisica e soprattutto emotiva.
Tutta questa nuova apatia, emotiva come sessuale, sta portando al tasso di natalita’ nel paese tra i piu’ bassi di sempre, e le cause, secondo i sociologi, sono cosi’ tante che e’ difficile perfino metterle insieme.
Innanzitutto abbiamo la scarsita’ economica – tradotto crisi – che conduce le persone verso l’individualismo, in quanto avere relazioni porta comunque un impegno economico (sia che si tratti di un fidanzamento che di un matrimonio); un’altra causa e’ la maggiore indipendenza delle donne, che diventa impossibile conservare quando ci si sposa, viste le rigide regole sociali “machiste” del paese; dulcis in fundo, c’e’ la fatica di portare avanti un rapporto, in un periodo storico in cui internet offre compulsivita’ emotiva e sessuale e in cui il romanticismo sembra tramontare. Il risultato e’ una generazione di giovani che rimane da sola e che si concentra solo sulla carriera, o meglio sul “tirare avanti”, e che vive in piccole abitazioni in modo isolato oppure con i propri genitori (72,2% delle donne e 78,2% degli uomini).
Un altro fenomeno bizzarro in Giappone e’ il cosiddetto “marrying without dating” ovvero un matrimonio – quando accade – con amici di lunga data, cosa che porta a saltare a pie’ pari il fidanzamento: parliamo di un investimento sicuro e senza complicazioni sentimentali, probabilmente anche senza sesso.
Molti sociologi urlano nelle varie televisioni che bisognerebbe tornare alle tradizioni, ovvero al sesso, al matrimonio e ai figli, ma per fare questo ci vuole innanzitutto una sicurezza economica, cosa che manca disperatamente anche nel paese del Sol Levante.
Un altro dato galoppante in Giappone e’ la depressione delle nuove generazioni: questa aumenta non solo nei cosiddetti kikikomori (gli adolescenti chiusi in cameretta senza studiare e avere un impiego), ma anche nei giovani in eta’ matura.
Questa terribile situazione si sta diffondendo a macchia d’olio in tutto il mondo: gli americani nati tra gli anni ’80 e ’90 – i cosiddetti Millenials e IGen (da noi sarebbe la cosiddetta “generazione 1000 euro”) si sposano sempre meno, fanno meno figli, e fanno perfino meno sesso, dato che anche in Occidente internet ha stravolto il rapporto reale con la sessualita’.
Negli States la paura di trappole sentimentali – scaturenti anch’esse dalla compulsivita’ di internet – ma anche la forte ambizione professionale (che interferisce con i rapporti umani) unita alla mancanza di tempo sta creando un esercito di single incalliti e consumati.
Questi fenomeni stanno gia’ facendo tendenza in tutto il mondo: la crescita esponenziale delle app per incontrarsi, del resto, e’ inversamente proporzionale alla nascita di relazioni durature.

Fonte dati: Fatto Quotidiano.

Fonte immagini: Google.