Del bitcoin, in passato, mi sono gia’ occupato: ebbene devo dire che, dopo un entusiasmo iniziale, su questo argomento sto iniziando piano piano a cambiare idea.
Il bitcoin e’ una moneta elettronica, e, ormai, un sistema di pagamento digitale e fisico, dato che, anche nel nostro paese, nelle principali citta’, sono nati i primi bancomat erogatori.
Mentre il bitcoin pertanto – con la minuscola – e’ la moneta vera e propria, il Bitcoin – con l’iniziale maiuscola – rappresenta la tecnologia e la rete che lo supporta.
Esso nasce nel 2008 grazie a un certo Satoshi Nakamoto, un uomo giapponese che poi si rivelera’ uno pseudonimo e che dopo tre anni fara’ perdere la sue tracce.
Il bitcoin sfrutta la crittografia per tutte le sue transazioni: per questo si parla di cripto valuta, alias un mezzo di pagamento decentrato che sfrutta le tecnologie informatiche per essere emesso.
Le cripto valute come il bitcoin, dunque, vengono create anzi “minate” da un computer, e il miner – ovvero il minatore – si accerta che il bitcoin non sia stato duplicato come avviene con qualsiasi file digitale spedito (una foto per esempio) o come avviene finanche col denaro attuale, che si raddoppia sui nostri conti correnti col meccanismo del moltiplicatore bancario.
Ogni transazione, infine, viene archiviata in un apposito registro denominato blockchain, che controlla tutti i passaggi monetari attraverso codici cifrati e indicatori sequenziali.
Ogni volta che una transazione viene effettuata sul nostro wallet o portafoglio virtuale, ecco che la transazione passa da “non confermata” a “confermata”.
Naturalmente, le transazioni possono divenire anche completamente irrintracciabili o quasi, come avviene nei dark wallet o nei cosiddetti mixing service, alias servizi in grado di mescolare le transazioni di differenti utenti.
La domanda nodale in merito ai bitcoin e’ e rimane solo una: siamo davvero sicuri che non siano uno strumento delle attuali banche centrali?
Come sappiamo, le banche centrali sono le vere proprietarie delle nazioni e del Pianeta: con il loro denaro dal nulla, infatti, affamano e indebitano virtualmente tutti noi, che, distratti dalla quotidianita’, non capiamo il raggiro perverso.
C’e’ da chiedersi: chi detiene questi computer – o meglio queste societa’ informatiche – che minano queste monete? Dove si trovano? Chi sono i minatori? Queste domande sono e restano un mistero.
Il bitcoin negli ultimi anni e’ passato da un valore di qualche dollaro (poco piu’ di 10) a piu’ di 18.000 dollari: esso ormai, nel dicembre 2017, e’ stato quotato in borsa e li’ apprezza costantemente il suo valore.
Il punto e’ che la borsa titoli e’ un vero e proprio luna park per la finanza internazionale, e viene usata proprio per accaparrarsi aziende multinazionali (cosa che serve a controllare, di fatto, le varie produzioni) cosi’ come i grandi gruppi economici e finanche finanziari.
Se il bitcoin sta avendo una simile ascesa, e’ davvero impossibile che la finanza non se lo stia agguantando…
Il bitcoin potrebbe divenire lo strumento perfetto che serve alla finanza internazionale per azzerare un sistema finanziario basato sulle monete attuali (dollaro in primis) che e’ ormai del tutto fallimentare, visto che le banche sono piene di titoli tossici generate proprio in questi “mercati dei titoli” e visto che miliardi di correntisti in tutto il mondo si vedranno prosciugare i loro conti per gli investimenti che sono stati costretti a fare.
Questo senza considerare il meccanismo della moneta debito a monte, che nei prossimi anni si rivelera’ in tutta la sua tragicommedia.
C’e’ un altro fattore che mi fa sospettare sempre piu’ del bitcoin: per “minarli”, ci vogliono notevoli e sofisticati (almeno cosi’ dicono) elaboratori di calcolo, che consumano moltissima energia; parliamo di teravattora, unita’ di misura che viene usata per indicare la produzione mondiale di energia.
Ebbene, chi puo’ permettersi di pagare questa bolletta energetica cosi’ elevata, se non chi crea gia’ il denaro dal nulla? Insomma, qui piu’ indizi fanno una prova!
Ricordiamoci che il sistema finanziario deve cambiare pelle per sopravvivere, proprio come deve fare un serpente: questo significa sacrificare finanche pezzi di se’, e la prova e’ che il Presidente della Consob Giuseppe Vegas ha dichiarato pubblicamente poco tempo fa che le banche devono stare attente, in quanto, con l’ampliarsi del fenomeno delle cripto valute, non serviranno piu’ e falliranno.
Insomma, se i bitcoin si comprano con le valute attuali e se i meccanismi sono cosi’ criptici (e’ il caso di dire) il sospetto che dietro ci siano i soliti poteri che non vogliono perdere lo scettro e che vogliono solo confondere le acque e’ piu’ che fondato.
Dobbiamo tenere occhi e orecchie aperte: il bitcoin, anche se fosse nato per davvero come strumento per ostacolare l’emissione a vuoto di denaro delle banche centrali, potrebbe semplicemente spostare… questo luogo di emissione, che ai piu’ oggi – ripeto – rimane sconosciuto.
Fonti: consiglidiborsa.it/Deep web e bitcoin di Emanuele Florindi.