Ci alziamo la mattina e una delle prime cose che facciamo e’ accendere il cellulare.
Mentre facciamo colazione, da soli o con la nostra famiglia, controlliamo se qualcuno ci ha scritto via Whatsapp: c’e’ l’amico di turno che ci ricorda della cena per la quale dobbiamo ancora accampare la scusa giusta, i parenti, e magari qualche conoscente.
Promettiamo a noi stessi di rispondere loro nel corso della mattina, appena avremo un attimo di solitudine e tranquillita’.
Durante la mattinata, scorriamo la bacheca di Facebook a caccia di foto, titoli di articoli interessanti, frasi che possano cambiarci la vita o – quantomeno – la giornata.
Dopo un po’, quello che riusciamo a fare e’ scattarci un selfie per condividerlo su Instagram, con la speranza che anche oggi qualcuno sappia che esistiamo e che stiamo facendo qualcosa.
Stressati – molte volte – tra lavori senza una reale utilita’ e divorati da un’inutile frenesia, ci abbandoniamo un po’ a una vita immaginaria, magari con un partner nuovo o semplicemente diverso, dato che non siamo mai soddisfatti di nulla.
E cosi’ cerchiamo su tinder o grindr – solo per fare un esempio – l’uomo o la donna giusti, pretendendo che dietro a quei profili si nasconda una perfezione che noi stessi non possediamo.
Tra un “ciao” virtuale e al massimo un “come stai”, siamo gia’ convinti di aver fatto conversazione pur mantenendo la nostra autonomia e frenesia, e cosi’ la maggior parte di queste chat cade inesorabilmente nel vuoto.
Come non verificare, poi, su Happn, se da qualche parte, stamattina, abbiamo incrociato – senza accorgercene – l’uomo o la donna dei nostri sogni, magari per mandargli un like al quale puntualmente non rispondera’.
Cosi’, tra un app che ci fa ascoltare musica isolandoci dalla realta’ e una che continua a imbambolarci con questi profili umani… se non alieni, ecco che sfruttiamo le varie pause e arriviamo al pranzo.
Alla convivialita’ del pranzo.
Ebbene, con Just Eat possiamo farci mandare tutto il cibo che desideriamo… dove vogliamo, dunque perche’ andare ancora al ristorante vicino al nostro posto di lavoro, magari con il rischio di incontrare gente che non ci piace?
Dopo aver consumato il pasto “liberi” e “in pace”, ecco che – pero’ – siamo ancora in balia del nostro cellulare, che magari ci mostrera’ quante calorie dovevamo ingurgitare e quante, effettivamente, ne abbiamo divorate.
Presi dai sensi di colpa, prima di rimetterci al PC, torniamo ai nostri “ciao” virtuali, con la speranza di intavolare un’umana conversazione che tale non puo’ essere.
Dopo aver finito il lavoro, ecco che torniamo a casa, magari con i lentissimi mezzi pubblici o con la nostra auto: anche in questi casi, non c’e’ che l’imbarazzo della scelta: se si e’ su un treno, un autobus o un tram, per esempio, si puo’ giocare con qualche app per rilassarsi dalla faticosa giornata, ascoltare altra musica, scambiare un’ulteriore chiacchierata virtuale o guardare le foto di chi ci piace. Il tutto in religioso silenzio: guai a guardare o parlare al nostro vicino, lui si’ che e’ un alieno da evitare!
Una volta arrivati a casa, fingeremo di fare quattro chiacchiere con qualcuno – se non viviamo soli – per poi lasciarci cadere sul divano a guardare la TV: per i piu’, non ci sara’ niente d’interessante, e cosi’ la sfilata delle app della giornata si trasformera’ in una vera e propria rassegna.
E per finire, ecco che si puo’ idealizzare l’uomo o la donna dei nostri sogni… erotici, magari con un bel video porno, che ci indurra’ a pensare che la’ fuori possa esserci un partner per noi ogni giorno diverso, sicche’ si sara’ sempre piu’ insoddisfatti di chi vive al nostro fianco.
Tutta questa tecnologia, oggi – e’ bene chiarirlo una volta e per tutte – ci sta rendendo maledettamente soli.
La frenesia dei rapporti umani sta rendendo le relazioni senza forma e sostanza.
Siamo sempre piu’ soli, cinici, anaffettivi ed erotomani, per non dire assatanati.
Questo ci fa sentire frustrati, portandoci ancora di piu’ verso la virtualita’ della vita e delle relazioni.
E’ bene chiarire un concetto: noi non usiamo queste tecnologie, siamo usati.
La nostra qualita’ di vita, troppe volte, non migliora affatto grazie a questa virtualita’, anzi!
Ecco perche’ chi e’ veramente social, oggi, e’ colui che predilige ancora una vita reale.
Una persona realmente socievole – o social, appunto – e’ colui che vive le sue amicizie, gli amori, ma non solo, che assapora i piccoli e grandi momenti di convivialita’.
Non me la sento di dichiarare che tutta questa tecnologia sia da buttare via, ci mancherebbe, il punto e’ che non puo’ uccidere ogni occasione di relazione tra gli esseri umani, altrimenti e’ semplicemente nefasta.
La sfida oggi e’ proprio arrivare ad usare questi giocattoli senza tornare bambini.
La domanda e’: ci riusciremo?
Se non ce la faremo, avremo un’umanita’ ancora piu’ folle di oggi.
La natura, si sa, e’ piu’ importante di qualunque cosa, della tecnologia come della moralita’: ecco perche’ seguire il nostro istinto in certi casi e’ tutt’altro che sbagliato.
Fonte immagini: Google.