Coronavirus: e se fosse un Truman Show globale?

Quello che sta succedendo in Italia per via dell’emergenza sanitaria del Coronavirus è un qualcosa di apocalittico, che sicuramente verrà citato nei libri di storia.

Quello che sta succedendo in Italia per via dell’emergenza sanitaria del Coronavirus è un qualcosa di apocalittico, che sicuramente verrà citato nei libri di storia. 

Se la storia, però, fosse scritta dai vincitori (come sempre accade) allora anche i posteri potrebbero farsi un’idea sbagliata del fenomeno.

Si perché al momento -se ci ragioniamo bene – non esiste nessuna prova reale e fattuale che questo virus sia più pericoloso delle sindromi influenzali precedenti, questo perché ogni anno nel mondo muoiono fino a 300.000 persone con l’influenza e patologie pregresse (i famosi “vecchietti”) mentre solo in Italia la media è di 8.000 decessi l’anno (Fonte ISS). 

Secondo l’nternational Journal of Infectious Diseases nella stagione influenzale 2014-2015 sono morte in Italia circa 20.000 persone, nel 2015/16 16 mila persone, mentre nel 2016/17 circa 25 mila persone. Per la stragrande maggioranza – naturalmente – tutti con patologie pregresse piuttosto gravi.

L’Istat in Italia si limita a calcolare i decessi per la sola influenza, che ammontano a circa 200 unità: ciò è perfettamente normale, sono rarissimi i casi in cui si muore di sola influenza.

I numeri internazionali e nazionali, dunque, ci dicono che il COVID 2019 (al momento) è perfino meno pericoloso degli altri anni: del resto, siamo ormai in primavera, e si sa che l’arco temporale in cui calcolare l’influenza va (circa) da novembre a marzo.

 In Cina –  dove tutto è partito – ci sono stati circa 5.000 morti su un totale di un miliardo e più di persone.

Si dirà: ma la Cina ha isolato intere città, isolando anche il virus! Certo, per ora l’emergenza è finita, ma siamo davvero sicuri che sia così?

In Cina inoltre c’è stato qualcosa di molto poco chiaro in quel laboratorio a Wuhan: le preoccupazioni dunque – e le precauzioni – possono essere considerate legittime.

Ma andiamo avanti. Il vero tasso di mortalità di questo COVID 2019 nessuno lo conosce veramente, questo perché – stando alle fonti della stessa Organizzazione Mondiale della Sanità – l’80% è asintomatico o quasi, dunque quest’ultimo andrebbe calcolato su una percentuale che nessuno potrà conoscere mai. Il fatto che la stessa dichiari che la percentuale di mortalità è del 3,4% è assolutamente opinabile, ma tant’è.  

Ogni giorno però i media alzano l’asticella emotiva per convincerci che stiamo vivendo in un incubo, e dato che perfino Organizzazioni internazionali (in mano a multinazionale PRIVATE) come l’OMS dichiarano lo stato di pandemia globale, ecco che ormai tutto il Pianeta è nel panico.

Tutta questa storia – a mio avviso surreale – può però farci svegliare davvero di brutto: l’Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, è più un organo politico che sanitario, e i suoi stretti rapporti con le grandi multinazionali private del farmaco sono ben noti ai cittadini più informati.

Se a livello nazionale infatti abbiamo ancora sanità pubbliche, private o miste, è altresì vero che la sanità mondiale è PRIVATA, è votata cioè alle leggi del denaro: se io mi ammalo sono un business per il “sistema”, se mi mantengo sano… no.

Ecco perché in tutti questi anni gli Stati si sono un po’ adeguati, hanno seguito cioè la rotta della nave.

Se in ambito sanitario, inoltre, ci sono tantissimi medici e infermieri che svolgono il loro lavoro in modo onesto ed encomiabile, è altresì vero che ci sono medici che prescrivono farmaci di multinazionali inutili se non dannosi per i pazienti, magari perché devono arrivare a certi “obiettivi di vendita” per ottenere, a fine anno, il loro viaggio premio. Anche questo ai più è noto.

Se non capiamo questi principi basilari, non possiamo capire i grandi interessi che, probabilmente, sono in questo momento in gioco. 

Ogni anno in Italia muoiono 49 mila persone per infezioni ospedaliere, una media mensile di 4000 persone al mese. Stessi numeri – se non di più – per il tabagismo, gli incidenti stradali, e via discorrendo. 

Che facciamo, chiudiamo tutti gli ospedali, i tabaccai o i concessionari? 

I media, con le loro paure, amplificano qualsiasi percezione, togliendo ai cittadini tutta la lucidità: si punta tantissimo sul fatto che gli ospedali siano al collasso, che medici e infermieri stiano vivendo un periodo da incubo, e che questo non possa essere frutto dell’immaginazione.

Certo che è così, ma se tutto fosse… una PERCEZIONE? Mi spiego, partendo dai numeri che abbiamo snocciolato (e che sono facilmente consultabili sul web) possiamo intuire che, rispetto agli altri anni, non c’è un’affluenza maggiore negli ospedali, quello che però cambia è proprio la percezione del fenomeno: se mi arriva uno che ha il coronavirus, devo isolarlo in una stanza (dunque non bastano più gli spazi e ce ne vogliono degli altri) devo fare tamponi a tutti, devo imporre delle quarantene… insomma forse sono i protocolli che determinano questo stress, più che la malattia in sé.

I media – non dimentichiamocelo mai – lavorano per il “sistema”: essi dipendono da quella stessa finanza internazionale che, attraverso crisi su crisi, sta imponendo con la proprietà del denaro la sua visione del mondo e la sua idea di stato globale a tutte o quasi le nazioni del mondo. Soprattutto i media internazionali – per le strutture che hanno ma non solo – dipendono tantissimo dalla finanza internazionale, quelli nazionali invece seguono solo la rotta.

I media, inoltre, lavorano da sempre sulle percezioni, e per imporre la loro visione usano sempre di più l’arma della paura: lo hanno fatto col terrorismo globale (sappiamo tutti o quasi come si creano guerriglie nel mondo e a cosa servono) lo hanno fatto con presunti dittatori (Assad viene invaso ma è lui ad essere un dittatore, Gheddafi idem, Saddam lo stesso e ha perfino armi di distruzione di massa poi giudicate dagli stessi media inesistenti!).

Ha poca importanza se poi si viene a sapere che c’erano solo interessi economici e strategici: l’obiettivo, infatti, è stato ormai raggiunto, la popolazione è stata convinta in quel momento della bontà delle operazioni. 

L’operazione COVID 2019 non potrebbe essere molto diversa: si vuole convincere il mondo di una pandemia globale, questo magari – chessò- per determinare con la paralisi economica una nuova e devastante crisi, dalla quale l’élite vincerebbe ancora una volta, magari stavolta in modo definitivo.

L’Inghilterra della Brexit, però, sembra andare controcorrente, almeno fino a questo momento: è notizia di questi giorni, infatti, che il primo consigliere scientifico del governo Sir Patrick Vallance ha dichiarato che occorre raggiungere per questa “pandemia”  un “immunità di gregge”, vale a dire – in parole povere – che la maggior parte dei britannici deve contrarre il virus in modo che i loro sistemi immunitari lo combattano fino a indebolirlo e distruggerlo per tutti. 

Paradossalmente, e’ così che da sempre si sconfiggono sul serio le pandemie: possiamo isolarci quanto vogliamo, alla fine il virus può tornare quando vuole.

Vallance ha chiarito anche che questo virus potrebbe essere perfino annuale, ecco perchè – secondo l’establishment inglese – non ha senso paralizzare l’attività economica, si aggiungerebbero problemi a problemi.

Questo approccio, ai meno, potrà sembrare cinico, ma è assolutamente la cosa più giusta da fare: è la natura che deve sconfiggere un virus, niente di più niente di meno.

Quello che stiamo facendo in Italia, per chi vi scrive, è assolutamente folle e pericoloso: paralizzando l’economia, stiamo rischiando davvero il caos, ovvero di creare così tanta povertà che dopo ci ritroveremo la gente per strada con conseguente militarizzazione. È questo ciò che si vuole, mi chiedo? 

Se anche combattessimo il virus attraverso queste quarantene forzate, questo si potrebbe ripresentare l’anno prossimo, ma non solo, dato che siamo in un contesto globalizzato, quanto prima si potrebbero formare dei nuovi focolai che ci costringerebbero a serrare e isolare un’altra volta l’intero paese. 

A meno che non abbiamo deciso di diventare improvvisamente un paese autarchico, questa paralisi non ha davvero senso. 

In questo momento ce ne stiamo tutti chiusi in casa perché questo virus è pericoloso per i nostri amati nonni: ma se dovessimo perdere il lavoro perché le imprese falliscono e veniamo licenziati, a quel punto ci rimetterebbero anche i nostri figli, i nostri nipoti, i nostri genitori, perfino loro, i nostri nonni.

Non vi sto chiedendo di scegliere chi sacrificare, vi sto chiedendo di mantenervi lucidi e razionali perché anche i numeri sono dalla nostra parte, e perché – se è davvero un’epidemia – l’immunità di gregge è l’unico modo per combatterla per TUTTI.  

Una vera medicina non contaminata dalle logiche di capitale, prima di qualsiasi medicina, spingerebbe le persone – soprattutto quelle più anziane – a tenere forte il loro sistema immunitario, con un’alimentazione sana, uno stile di vita non troppo sedentario, e integratori (grandi quantità di Vitamina C). 

Ricordiamoci che la filmografia ci insegna da sempre che quando accadono queste cose, quando si scatena così tanta paura tanto da far rimanere la gente in casa e chiudere tutto… c’è qualcosa di marcio dietro. C’è sempre una dittatura pronta a prendere potere.

Personalmente, in questo momento, mi sembra di vivere in un immenso anzi globale Truman Show: è come se fossimo controllati a vista da un regista demiurgo, che controlla ormai ogni aspetto della nostra vita, scrutando la nostra resistenza e sagacia attraverso mille inganni e personaggi, atti solo a distrarci e spaventarci. 

Sarà, ma io, come il protagonista del film Truman Burbank, vorrei uscire dal gioco al più presto.