Mauro Biglino e’ un saggista e traduttore che ha trascorso molti anni traducendo testi dall’ebraico masoretico, e pubblicando numerosi libri partendo anche dalla Bibbia ebraica.
Egli considera il testo piu’ famoso del mondo – la Bibbia tout court – come “un’opera di occultamento perpetrata nei secoli da chi ha inteso utilizzare un insieme di scritti per fini che con la spiritualita’ non hanno nulla a che vedere”.
La prima questione che tira in ballo Biglino nei suoi libri e in particolare nel libro “La Bibbia non e’ un libro sacro” e’: a quale Bibbia dobbiamo credere, esattamente?
I cattolici, per esempio, credono veri 46 libri antico-testamentari, gli ebrei 39. I protestanti, dal canto loro, seguono la scia ebraica, eppure considerano sacri anche il libro di Enoch e il libro dei Giubilei, entrambi non accettati.
La chiesa greco-ortodossa considera sacra la Bibbia in greco scritta in Egitto, che non deriva dalle altre. Anche la Bibbia siriaca accettata da maroniti, nestoriani, giacobiti e maroniti e’ diversa.
Insomma, qual e’ quella giusta?
Ma non e’ tutto, perche’ le divergenze si trovano anche all’interno degli stessi gruppi biblici, quanto a definizioni e interpretazioni: basti pensare al profeta Daniele, che solo per i cattolici e’ tale, mentre il rabbinato USA lo considera addirittura un rimaneggiatore, ovvero un manipolatore degli stessi testi.
La situazione e’ talmente problematica che nel 1958, alla Hebrew University of Gerusalemme, si e’ tentato di riscostruire la Bibbia il piu’ fedelmente possibile alle origini, solo che nessuno sa quali esse siano per davvero.
Il professor Rafael Zer, biblista della Hebrew, ha chiaramente affermato che “I passi biblici sono stati tradotti e copiati in piu’ parti del mondo con l’unico intento di sostituire tutto cio’ che riguardava gli “Dei” – gli Elohim – con un solo Dio, gestito a piacimento da tutte le caste sacerdotali egemoniche”.
Tutta la teologia che ne deriva – secondo Biglino – ha creato e prodotto “l’idea di Dio”, definendone possibili attributi e passando secoli a discutere e dedurre su quanto elaborato.
Nel suo libro “Non c’e’ creazione nella Bibbia”, Biglino parla di tutte le prove che fanno degli Elohim i nostri interventisti in campo genetico.
In sostanza, la Bibbia – anzi le Bibbie – narrano di una saga tra umani e alieni, ovvero esseri – forse -non originari di questo Pianeta.
Il rapporto tra uno di essi – Yahweh (uno degli Elohim “minori”, tra le altre cose) e il popolo ebraico costituira’ la vera saga biblica, dato che verra’ eretto a fondamento di religioni monoteiste che condizioneranno la vita di miliardi di persone, oggi come ieri.
La narrazione e interpretazione biblica attuale, volendo essere espliciti, rimane alquanto assurda: questo presunto Dio, collerico e violento, stringe un’alleanza privilegiata con un popolo (gli ebrei) utilizzandolo proprio come forza combattente… per conquistare un’umanita’ che lui stesso ha creato, conquistando perfino “territori” con il sangue.
Insomma, se lui e’ “Dio”, non poteva pensarci fin dall’inizio, evitando di massacrare, assassinare e stuprare in feroci e cruenti battaglie altri popoli da lui stesso creati?
I biblisti parlano di metafore e allegorie: il punto e’ che le battaglie accadono per davvero, non sono metafore, e sono tutte truci e sanguinarie!
I punti in cui nell’antico testamento (nelle varie versioni) si evidenzia che gli Elohim erano tanti sono molteplici, tutti difficili da spiegare per i bibliofili (Es 3,12 e segg; Dt 13,7 e segg; Dt 6,14 e segg; Ger 7,18 solo per citarne alcuni).
In sostanza, nonostante le traduzioni “monoteiste”, molte contraddizioni, anzi molti errori, restano.
Gli Elohim vengono descritti come individui che vivono molto piu’ a lungo rispetto agli umani attuali, mentre gli uomini – che essi hanno creato – hanno una vita quasi lunga come la loro.
Essi viaggiano su macchine volanti definite ruach, kavod, merkavah: la kavod, in particolare, – tradotta come “gloria di Dio” – poteva essere vista e visitata su prenotazione, dato che uccideva chi le stava di fronte e ci si poteva salvare solo nascondendosi dietro a delle rocce.
Gli Elohim non vengono considerati Dei, piuttosto dei guerrieri molto temuti dagli umani: anche Yahweh – definito proprio “Il guerriero” – era temuto, tanto che ordinava stermini, uccideva primogeniti e via discorrendo.
Essi, infine, conoscevano le leggi della natura e del cosmo, e le trasmettevano soltanto ai loro fedeli, come governatori e sacerdoti – i cosiddetti “iniziati” – che cosi’ potevano controllare le masse.
Nella Genesi, nella prima e nella sesta parte, si dice chiaramente che gli Elohim fecero l’Adam (l’uomo) e che poi si accoppiarono con le femmine umane dopo averne constatato la bellezza.
In Genesi 18 e 19 Abramo, mentre e’ seduto a godersi l’ombra della sua tenda, vede tre Anashim (termine plurale di Ish, che significa i maschi) e capisce subito che sono della casta dei “dominanti”: ebbene, egli prepara loro da mangiare, da bere, lava loro i piedi, e al versetto 13 si scopre che uno dei tre e’ addirittura Yahweh, ovvero un Dio che cammina, si stanca, mangia, beve, si lava i piedi e riposa.
Sempre nel suo libro “La Bibbia non e’ un libro sacro” Mauro Biglino, a un certo punto, si chiede: come puo’ nascere una religione da simili presupposti?
In effetti ha ragione: in questo testo abbiamo solo una struttura di potere, che vede una casta dominante, pochi iniziati e la stragrande maggioranza degli umani… inconsapevoli e impauriti.
Una cosa e’ certa: la Bibbia racconta ben poco del vero Dio, ovvero della fonte cosmica primigenia.
Non a caso, quelli che l’hanno davvero letta – non come la maggioranza dei “fedeli” – e che hanno una visione spirituale del “Tutto”, la considerano semplicemente un bel libro di “fantascienza”.
Fonte dati: “La Bibbia non e’ un libro sacro” di Mauro Biglino.
“IL Dio alieno della Bibbia” di Mauro Biglino.
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