La nascita di un interesse collettivo verso le tematiche spirituali sta certamente migliorando il nostro mondo: molte persone, infatti, negli anni passati, seguivano solo ed esclusivamente le religioni e la loro bassa vibrazione, fatta di dogmi e regole sociali di esclusione di qualunque genere e tipologia.
Oggi si va decisamente oltre.
Naturalmente, questo interesse per la spiritualità ha fatto nascere nuovi business (il che non è di per sé negativo) e – purtroppo – tanti falsi “maestri” improvvisati, che non leggono, non studiano e ripetono a pappagallo quanto orecchiato da qualche parte. Insomma parliamo di persone che tengono corsi di spiritualità senza fare un minimo di lavoro su se stessi, pronte a smentirsi col loro esempio alla prima e utile occasione. Dall’altro lato, però, ci sono anche tanti anime eccezionali, persone davvero evolute che stanno alzando la vibrazione di moltissimi gruppi.
Ricordiamoci comunque che un percorso spirituale, di “risveglio” per così dire, è sempre un percorso personale: ecco perché, prima di insegnare, è importante essere, o meglio sforzarsi di essere, dato che siamo tutti in evoluzione, siamo tutti in divenire.
Nei tempi in cui viviamo, non è anomalo vedere “maestri” (già chi insiste nel farsi chiamare così per me desta sospetti) che sviluppano forme di egomania o – addirittura – psicopatia, come per esempio la paranoia di essere salvatori del mondo, magari sentendosi la reincarnazione di Cristo, Buddha, Maometto e via discorrendo.
Prima di arrivare a questo, però, si parte – in genere – dall’etichettarsi come “persone spirituali”: questa percezione, benché giusta se affrontata con umiltà visto che siamo tutti frammenti dell’Uno o meglio del Tutto, se intesa come percezione di sentirsi “più elevati” rispetto alla massa di “dormienti”, può iniziare ad isolarci e renderci arroganti, cosa opposta alla natura divina di cui facciamo parte, e sintomo di un “io” ancora troppo forte.
Con questo atteggiamento, infatti, si iniziano a snobbare le persone che dal nostro punto di vista non sono illuminate o hanno una diversa frequenza da noi, circondandoci solo di persone “evolute” e altrettanto “spirituali”..
i grandi maestri del passato – Cristo, Buddha, Rama e via discorrendo – guarda caso hanno fatto l’esatto opposto.
Grazie a questo atteggiamento, dunque, si inizia a vedere il mondo come un luogo ostile, fatto di abitanti rozzi, cruenti e immaturi, dediti solo al denaro e al sesso, mentre noi siamo sempre incompresi e infelici. Ecco perché vogliamo tornare nel pianeta di origine di cui – magari – abbiamo sentito parlare in qualche video su Youtube, il tutto mentre seguiamo e ci fidiamo solo del nostro “maestro” on line, che ci dice che la sua è l’unica via verso la salvezza e contro la dannazione.
In altre parole, trasformiamo la spiritualità (un cammino variegato e sempre personale) in una nuova religione new age, fatta di regole, dogmi e donazioni che, anziché andare a finire ai preti, vanno ora a questo o a quel guru.
Capiamoci bene: le “guide” hanno compiti importanti, da sempre; esse sono catalizzatori e trasmettitori di energie verso una moltitudine di anime bisognose di ascendere, solo che essendo anch’esse in questa dimensione duale, sono soggette quanto noi a storture di ogni tipo, cosa che può far perdere la bussola e dunque l’orientamento.
In buona sostanza, una delle ultime armi dell’io è proprio l’ego spirituale: questo è una trappola assai raffinata, e i sintomi sono che il “maestro”, nei fatti, si sente diverso anzi superiore a tutti gli altri, anzi sono proprio gli altri a generare a lui problemi, in quanto lui si è perfezionato fino ad “eliminare ogni forma di ego”.
I sintomi dell’ego spirituale sono diversi: in primis, se un “maestro” parla sempre e solo delle sue esperienze, vuol dire che è ancora troppo concentrato su se stesso. Ciò serve come autoincensamento e bisogno di approvazione, cosa che ci fa ben capire la resistenza anzi l’ipertrofia del suo ego. Un altro sintomo è il “dovresti fare questo o quello”, se non addirittura il “dovresti seguire me”, mentre un terzo sintomo è quando parla male di altre guide.
Le vere guide o gli egoici spirituali, comunque, si riconoscono sempre grazie al nostro istinto: se in loro presenza ci sentiamo bene, se in loro ritroviamo il padre e la madre che abbiamo sempre sognato allora va bene; se invece ci sentiamo sempre sbagliati, costantemente giudicati e mai contenti per il qui ed ora, state sicuri che siamo davanti all’ennesimo falso profeta.
Paradossalmente, anche un falso maestro oggi può avere proseliti in quanto l’umanità è stata per troppo tempo a digiuno di interiorità: ecco perché va sempre tutto bene alla fine, in quanto la nostra vita è sempre e solo un’esperienza dell’anima.
Una questione spinosa è se le guide, i “maestri” debbano farsi pagare per il loro impegno: ebbene, io credo che non ci sia niente di male se il fine non è il denaro; in caso contrario, infatti, ce ne accorgiamo e possiamo sempre decidere di cambiare strada.
La spiritualità, alla fine, è raggiungere ogni giorno una conoscenza più profonda di noi stessi, vedendo la propria energia come parte del Tutto, cosa che ci permette di raggiungere un benessere ancora più elevato nonché l’abbandono di ogni forma di ego, che reca sempre con se il culto del possesso di qualcosa o di qualcuno (tutte cose caduche come le foglie d’autunno, se ci pensate).
Una cosa è certa: più la tua vita si fa spirituale, più il protagonista assoluto diventa l’amore, in tutte le forme e declinazioni, altro che ego!
Ecco perché questo percorso è sempre e solo personale, non c’è guru che tenga, gli altri possono al massimo darci degli input per far nascere l’amore dentro di noi.
Insomma siamo sempre e solo noi a sbocciare dentro. E’ solo dentro di noi, infatti, che può avvenire questa straordinaria alchimia.