Enrico Mattei e’ stato un imprenditore, un politico e un dirigente pubblico italiano.
Nato in una citta’ poverissima delle Marche, Acqualagna, e primo di cinque figli, fece diversi lavori durante l’adolescenza, dato che la scuola proprio non gli piaceva (a parte la matematica, come lui stesso dichiarava solitamente).
Alla fine della seconda guerra mondiale, fu nominato “Commissario delle concessioni di ricerca petrolifera” in Lombardia, dato che conosceva bene le zone e aveva buoni agganci sia politici che imprenditoriali. Inizialmente a Mattei fu chiesto di smantellare l’AGIP (Agenzia Italiana Petroli) ma Enrico propose all’allora Presidente del Consiglio Ferruccio Parri non solo di rilanciare l’azienda (dato che era stato scoperto un importante giacimento di gas naturale a Caviaga, Lodi, che pero’ era stato chiuso per paura che finisse in mani tedesche) ma di creare anche un nuovo ente, l’ENI (Ente Nazionale idrocarburi) con un capitale di 15 miliardi da parte dello Stato e altrettanti da societa’ allora attive.
Mattei era convinto che il nostro paese dovesse risollevarsi dalle macerie della guerra raggiungendo in primis l’indipendenza energetica, indipendenza che allora come oggi faticava a concretizzarsi per via di monopoli internazionali che praticavano prezzi altissimi con bollette molto care per molte, anzi troppe nazioni.
Inutile dire che Mattei non solo era un nazionalista, ma anche un imprenditore con un forte senso dello Stato e della comunita’: quando nel 1946 fu sprigionata a Caviaga la prima nube di gas, Mattei capi’ che aveva in mano uno strumento troppo potente, e che per nulla al mondo doveva essere ceduto, anzi svenduto, allo straniero di turno.
Sotto la presidenza di Ferruccio Parri, Enrico Mattei realizzo’ importanti obiettivi strategici per il nostro paese: costrui’ gasdotti in Italia per lo sfruttamento del metano, strinse accordi per la fornitura petrolifera in Medio Oriente e in Cina, e stabili’ anche un importante accordo commerciale con l’allora Unione Sovietica.
Mattei cerco’ – vanamente – di entrare anche nel cartello delle Sette Sorelle, le aziende petrolifere piu’ forti del pianeta : punto’ prima a una piccola partecipazione nel consorzio petrolifero dell’Iran (gli americani avevano il 42%, gli inglesi il 40, il resto era diviso tra francesi e olandesi) ma quando gli sbatterono la porta in faccia, capi’ che il nostro paese poteva bypassare completamente le Sette Sorelle, puntando alle riserve nostrane e agli accordi sopracitati.
Ad un certo punto fu chiamato proprio da queste compagnie per una collaborazione… che pero’ mantenesse alti i prezzi, ma Mattei si rifiuto’, e questo perche’ aveva il dovere – parole sue – di “proteggere il consumatore”.
Enrico Mattei comincio’ a far paura sulserio alle Sette Sorelle quando comincio’ a proporre ai paesi produttori di energia condizioni molto umane e vantaggiose, cosa che poteva diventare di esempio per molti mercati di consumo.
Sotto la sua egida, l’ENI arrivo’ a valere quasi mille miliardi: dai 15 miliardi iniziali l’investimento era piu’ che decuplicato!
In una famosa intervista a Biagi nel 1958 pubblicata sul settimanale Epoca, il famoso giornalista scrisse di lui che voleva solo “rendere l’Italia una nazione moderna, prospera e civile, senza mai pensare al profitto personale.”
Dopo l’intervista, lo stesso Mattei confido’ a Biagi che aveva acquistato un aeroplano a reazione che in soli 40 minuti lo avrebbe portato da Milano a Roma. Ebbene, quello stesso aeroplano precipito’ il 27 ottobre del 1962 a Bascape’, Pavia, e i sospetti che si fosse trattato di un attentato e non di un incidente furono confermati dal ritrovamento sul posto di tracce di esplosivo (tritolo) su alcune parti dell’aereo, nonche’ sull’anello e sull’orologio dell’imprenditore.
Nel 1970, infine, accadde un altro fatto inquietante: il giornalista dell’Ora Mauro De Mauro spari’ nel nulla mentre lavorava ad un’inchiesta sull’incidente per conto del regista Francesco Rosi, intento nella realizzazione del film “il caso Mattei”. Lo stesso regista rivelo’ a Enzo Biagi che “Mauro aveva messo probabilmente il piede sulla coda di una vipera.”
Inutile dire che oggi siamo davvero lontani da uomini di cotanta caratura e calibro.
Enrico Mattei, di fatto, con la sua determinazione e la sua onesta’ intellettuale, e’ arrivato ad essere una seria minaccia per l’intero establishment internazionale.
Il suo esempio, oggi, riveste una particolare importanza: l’unica cosa che non bisogna fare, infatti, e’ rimanere indifferenti al suo operato, cosi’ da mantenere inalterato il triste status quo delle cose.