I pericoli di Facebook

Faccio una premessa: chi vi scrive fa un largo uso dei social network (Facebook, Twitter e simili) dunque la mia, seppur circospetta, positivita’ si lega al fatto che trattasi di distributori di notizie e pensieri “dal basso”, che assemblano cioe’ una nuova coscienza – e quindi una nuova consapevolezza – che si registra su molti siti internet di informazione, i quali sono decisamente piu’ “avanti” della tivu’ tradizionale asservita ai poteri forti.


Grazie ai social, siamo riusciti a capire tante cose: una su tutte, i meccanismi monetari che originano l’economia globale e le varie “crisi”, o ancora la finzione scenica del terrorismo (inteso come strumento di pressione politica ed economica) per non parlare delle armi climatiche e della propaganda per tenere addormentate le masse.
Grazie ai social, quindi, l’idea che oggi ci sia un gruppo occulto che controlla il mondo – che esiste ma anche no, mi avete inteso – e’ un’idea quasi ovunque accettata e data perfino per scontata, in sempre piu’ casi.
Se questo e’ il lato buono, esiste naturalmente anche il rovescio della medaglia.
La domanda nasce spontanea: siamo tutti schedati e controllati su questi social network?
Se la risposta fosse affermativa – come credo – lo saremmo addirittura volontariamente: sui nostri profili, del resto, pubblichiamo pensieri, foto, video, emozioni, ma anche eventi, e perfino tratti della nostra personalita’ piu’ intima.
Come gia’ anticipava Edward Snowden, in sostanza, i principali social network – e in particolare Facebook – potrebbero essere programmi di schedatura per la NSA, alias la National Space Agency ovvero l’Agenzia per la Sicurezza Americana.
Snowden in realta’ e’ andato molto oltre, asserendo che la rete di spionaggio mondiale si concretizza non solo attraverso i piu’ comuni social, ma anche attraverso l’accesso ai dati privati delle mail di Google e Yahoo!.
Per molti “complottisti” (il termine per me non ha senso ma tant’e’) i social network sarebbero lo strumento perfetto per un progetto di sorveglianza globale: c’e’ chi parla addirittura di una volonta’ aliena dietro questa schedatura, volonta’ cui l’elite globale si starebbe semplicemente attenendo.
In effetti, se si volessero “schedare” ma soprattutto “capire” i cittadini del mondo, non c’e’ anagrafe che tenga: quest’ultima tiene conto solo delle generalita’, e’ sterile, e non consente nessuna caratterizzazione di massa.
Facebook e’ stato importante, per esempio, nel 2010, anno in cui negli USA si sono svolte le elezioni di medio termine: attraverso piccole alterazioni nei banner che ricordavano agli elettori di andare a votare – e che questo o quell’amico lo aveva gia’ fatto – si e’ calcolato che ben 340 mila persone sono andate ai seggi sotto questo input.
Come si puo’ ben capire, Facebook – ma in generale tutti i social – non e’ affatto gratis: lo paghiamo con le nostre informazioni, e l’informazione oggi e’ il vero potere!
E’ bene allora non fare gli ingenui: e’ normale che i governi e i servizi ci si buttino a capofitto.
Cina a parte, il popolo di Facebook supera il numero di abitanti di qualsiasi nazione del Pianeta: siamo intorno agli 1,3 miliardi di esseri umani, di cui piu’ di ottocento milioni consumatori giornalieri.
In Italia sono circa 26 milioni gli utenti Facebook, e l’80% di questi sono adolescenti dai 12 ai 17 anni, in pratica i futuri cittadini del mondo.
Anche se i social possono essere utili in casi di pedofilia o criminalita’, l’essere rintracciabili rimane ormai un fatto acclarato, con buona pace della nostra vita privata.
Qualcosa pero’ si sta muovendo, anche da questo punto di vista: il 13 maggio 2014, la Corte Europea ha emesso una sentenza con cui si puo’ ordinare ai motori di ricerca la rimozione di tutte le pagine web indesiderate che contengono il nostro nome, sancendo il cosiddetto “Diritto all’oblio” (cosa che pero’ non impedirebbe l’archivio segreto di dati).
Quello che forse sta sfuggendo all’elite – che si serve sempre di piu’ di Facebook e di altri contenitori – e’ che la consapevolezza “alternativa” si sta facendo sempre piu’ forte, e sta cominciando a sfociare anche nel mondo reale, e cio’ potrebbe essere un terribile boomerang per gli stessi poteri occulti.
Ecco perche’ resto uno strenuo sostenitore dei social network: a volte bisogna usare le stesse armi del nemico per poterlo combattere.
Finche’ pero’ prevarra’ il divide et impera – dato che sui social ci sono molti siti dei servizi che fanno propaganda e che tentano proprio di metterci l’uno contro l’altro – il potere avra’ ancora gioco facile.
Bisognerebbe capire, una volta e per tutte, che abbiamo tutti la stessa dignita’, e che dividerci non serve proprio a nulla!
Insomma usare i social, pericolosi o meno che siano, diventa indispensabile per crearsi una nuova consapevolezza al fine di liberarsi da qualunque ideologia che fa da supporto al “sistema”, che sia essa economica, politica, religiosa o culturale.
La vera liberta’ sta proprio qui, e una volta che ci si arriva, si scopre un profondo stato di quiete e tranquillita’… che cozza con la continua violenza fisica e psicologica del sistema.
E pazienza se un giorno busseranno alla nostra porta e ci fredderanno: almeno saremmo morti con maggiore coscienza e consapevolezza, sia su “Chi siamo per davvero” sia sulla “realta'” che ci circonda quotidianamente.

Fonte immagini: Google.