I significati spirituali de Il Piccolo Principe

Il Piccolo principe e’ l’opera piu’ conosciuta dello scrittore – nonche’ aviatore – Antoine de Saint-Exupery, un sottufficiale dell’aviazione francese morto in volo sul finire della seconda guerra mondiale.
Tradotto in 300 lingue, questa fiaba arriva dritto al cuore di ogni lettore, sia esso adulto o bambino, in quanto si affrontano in maniera poetica temi come il senso della vita, l’amore e l’amicizia.


L’opera, sia nella lingua originale sia nelle varie traduzioni, e’ accompagnata da una decina di acquerelli dello stesso Saint-Exupery, disegni un po’ naif celebri quanto il racconto.
I protagonisti di questa fiaba sono lo stesso autore e un Piccolo Principe, un bambino molto saggio che sembra conoscere il pianeta degli uomini e non solo.
Il narratore un giorno precipita nel deserto del Sahara, e qui incontra uno strano bambino, in altre parole il Piccolo Principe.
Il bambino dice di essere il Principe di un asteroide, il B612, sul quale vive con 3 vulcani e una rosa vanitosa e scorbutica della quale si prende cura.
Il bambino ha deciso di partire, ma ora che e’ lontano, ha scoperto di voler bene al suo fiore e ha capito che in fondo anche lei gliene vuole, nonostante le sue parole scortesi.
Il Piccolo Principe racconta all’aviatore di aver incontrato, sui vari pianeti, personaggi strani, i quali pero’ gli hanno insegnato tante cose. Nell’ordine, il bambino parla di un vecchio Re, a cui piace tanto dare ordini ai sudditi: peccato che sia l’unico abitante del suo pianeta.
Quest’ultimo rappresenta la metafora perfetta dell’illusione del potere perpetrata dagli uomini, oggi come ieri: credono di avere potere sugli altri, ma alla fine sono sempre e solo loro che devono gestire.
Questo Re, infatti, quando incontra il Piccolo Principe, gli ordina delle cose contraddittorie pur di esercitare il suo potere, in quanto ha finalmente trovato un suddito.
Poi, dato che il Piccolo Principe e’ annoiato a vuole andare via, desidera trattenerlo a tutti i costi, intende farlo perfino Ministro della Giustizia, dicendo che giudichera’ se stesso se non ci sara’ nessuno, che e’ la cosa piu’ difficile che si possa fare.
Questo incontro ci fa capire anche un’altra cosa, ovvero quanto le persone siano brave a giudicare gli altri, e quanto per loro sia difficile… dare un giudizio a se stesse.
Il Piccolo Principe, pero’, incontra anche un uomo vanitoso che vuole essere lodato, anche se non fa nulla: qui il riferimento e’ all’ipertrofia dell’ego umano, che porta solitudine e isolamento, dato che si tratta di finto e condizionato amore verso di se’, e quindi anche per gli altri, semplici specchi di noi stessi.
Poi tocca a un ubriacone, che beve per dimenticare la vergogna di aver bevuto, e a un uomo d’affari che conta le stelle pensando che siano sue; poi ancora un lampionaio, che accende e spegne il suo lampione una volta al giorno (perche’ questi sono gli ordini) ma che vorrebbe riposarsi, solo che non ha mai il tempo visto che il suo pianeta e’ troppo piccolo e il giorno e la notte si alternano di continuo (quest’ultimo incontro, ahinoi, e’ la metafora perfetta dell’uomo della strada, che dedica la sua vita esclusivamente al lavoro e neanche un po’ di tempo alla crescita interiore).
Infine tocca a un geografo, che sta continuamente seduto alla sua scrivania e quindi non sa – in sostanza – com’e’ fatto il suo pianeta.
Quest’ultimo consiglia al Piccolo Principe di dirigersi proprio verso la Terra, dove, una volta arrivato, si meraviglia per la grandezza delle cose e per il numero di abitanti: anche qui gli incontri non mancano, anche se saranno due quelli davvero fondamentali.
In primis il Piccolo Principe s’imbattera’ in un giardino di rose, e qui rimarra’ un po’ deluso, in quanto la sua rosa gli aveva garantito di essere unica nella sua specie in tutto l’Universo.
L’ultimo incontro sara’ pero’ quello piu’ importante: una volpe gli chiedera’, infatti, di essere addomesticata, e il Piccolo Principe acconsentira’ e capira’ una volta e per tutte il significato dell’amicizia: questa riguarda l’esclusivita’ del sentimento, la reciprocita’ dello stesso, ecco perche’ perfino la sua rosa non sara’ mai come quelle del roseto!
La volpe gli spieghera’ che la sua vita e’ noiosa, che si sente sola e che, al pari degli uomini, non ha amici.
Ecco perche’ il suo addomesticamento creera’ un legame tra di loro, dato che per ora entrambi sono estranei, “ma se tu mi addomestichi” – affermera’ la volpe – “noi avremo bisogno l’uno dell’altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io saro’ per te unica al mondo”.
Prima di dirsi addio, la volpe dice al Piccolo Principe una delle frasi-chiave dell’intero racconto, ovvero “non si vede bene che col cuore. L’essenziale e’ invisibile agli occhi”.
Quando il piccolo principe incontra la Volpe, la commozione regna sovrana: questo passo, infatti, c’insegna a guardare dentro le cose, perche’ e’ nell’anima che si trova la verita’.
Cosa aggiungere: se solo gli uomini leggessero un po’ piu’ spesso questa storia, forse il mondo sarebbe davvero un posto migliore.

Fonte: Il Piccolo Principe.