il grande fratello incombe su di noi

Chi non ricorda il film “Truman Show”, dove il protagonista Jim Carrey viveva una vita 24 ore su 24 ripresa da telecamere che inquadravano ogni momento della sua giornata, e – dunque – ogni suo gesto, emozione, finanche banalita’?
Orbene oggi, visto il numero delle telecamere presenti nelle nostre citta’ – numero che aumenta sempre di piu’ in tutto il pianeta, specie dopo gli “attentati del 2001” e seguenti – la nostra vita si avvia ad assomigliare sempre piu’ a quella del protagonista del film, che viveva un continuo e stressante reality sulla propria pelle.


Insomma, come se non bastasse il furto della moneta e dell’ economia – dunque il core business della democrazia – l’elite mondiale pretende di controllare sempre piu’ i suoi schiavi attraverso non solo il terrorismo – che giova proprio al controllo in tutte le su forme, rifletteteci! – ma anche tramite il continuo ricorso – ed abuso – di sistemi di sicurezza passivi dediti alla “sicurezza” dei cittadini.
Personalmente, mi e’ gia’ capitato di notare l’impressionante sequela di telecamere che ci sono nei centri urbani e sulle autostrade: mai pero’ avrei immaginato, ad esempio, che citta’ come Venezia possedessero piu’ di seicento telecamere per controllare calle e campielli!
In laguna, infatti, la densita’ di telecamere e’ superiore a quella di Manhattan: si controlla ormai il 40% del territorio cittadino!
Nelle altre citta’ italiane, ci sono piu’ di 60 mila telecamere di videosorveglianza e controllo, sia pubbliche che private: il punto e’ che molte di queste sono illegali in quanto nascoste e/o sprovviste di informativa sulla privacy, pur essendo ovviamente piazzate ovunque, perfino sui cornicioni, sui lampioni e nei quadri elettrici.
Secondo il rapporto di Anonymous – una comunita’ di hacktivists molto attiva sulla rete – alcune di queste possono inquadrare a 360 gradi fino ad una distanza di 500 metri; ma non solo, esse possono identificare, catalogare e perfino mappare un percorso.
La citta’ piu’ sorvegliata al mondo resta Londra, e cio’ non e’ affatto un caso: qui infatti si concentra l’elite finanziaria del pianeta, nonche’ il core business di tutte le dinastie, le quali controllano gi Stati attraverso pacchetti di azioni nelle banche di emissione, ovvero le banche – per l’appunto – che prestano i soldi agli Stati.
Nella capitale inglese si contano attualmente piu’ di 4 milioni di telecamere: la scusa resta quella della sicurezza, anche se – come in tutte le altre parti del mondo – i crimini non sono ne’ aumentati ne’ diminuiti per via degli occhi elettronici.
Tutte queste telecamere sono e restano, in buona sostanza, strumenti di oppressione piu’ che di tutela: siamo trattati tutti indistintamente come se avessimo – continuamente aggiungerei – qualcosa da non mostrare… se non da nascondere.
In Italia, si e’ assistito al boom delle telecamere durante il Governo Berlusconi nel 2008-2009: i due “Decreti Sicurezza” di quegli anni hanno concesso agli enti locali poteri dapprima inimmaginabili in fatto di numero, posizionamento e smistamento dei vari apparecchi.
A cio’ si e’ aggiunto perfino il provvedimento del Garante della Privacy – che, ricordiamolo, puo’ esaminare caso per caso se una telecamera sia lesiva o meno per la privacy dei cittadini – il quale ha permesso nei fatti di poter filmare intere strade, parchi e piazze prima vietate.
Sono stati dati poteri ai comuni per filmare tutte le aree destinate ai rifiuti: prima cio’ si limitava solo alle discariche abusive o presunte tali.
Resta in generale – per fortuna – l’obbligo dell’informativa – che deve essere luminosa per le telecamere notturne – nonche’ il divieto di tracciare, tramite l’azione congiunta di piu’ telecamere, interi percorsi dei cittadini, se non per particolari emergenze.
Le immagini, infine, possono essere detenute fino a sette giorni, dopodiche’ – per legge – devono essere distrutte: l’occhio del grande fratello, insomma, anche se cresce inesorabile, cerca di imporre ancora discretamente la sua presenza.
Probabilmente – anche in questo caso – si vuole abituare gradatamente il comune cittadino ad essere videosorvegliato e controllato, il tutto senza proferire piu’ parola.

Fonte dati: settimanale “Il Punto”
Fonte immagini: Google.