La disoccupazione di massa e la società inutile

Pochi sanno ma mentre l’ultima crisi economica (l’ennesima da quando i banchieri posseggono il denaro) risale solo al 2008, la robotica sta creando disoccupati da decenni.
Molte professioni, infatti, sono gia’ sparite, alcune stanno scomparendo e altre scompariranno, grazie all’automazione.
Una macchina, rispetto a un uomo, non viene stipendiata, puo’ lavorare 24 ore su 24 e non ha bisogno di ferie.


Alcuni economisti asseriscono che per professioni che scompaiono ce ne sono altre che nascono, ma questo non e’ del tutto vero, in quanto piu’ l’automazione si fa imperante nel nostro sistema, piu’ e’ logico e consequenziale che gli spazi di manovra per l’uomo diminuiscano.
Il problema, infatti, sarebbe quello di creare posti di lavoro che gli esseri umani siano in grado di fare meglio degli algoritmi delle macchine. Da qui lo scarto.
Molti sociologi affermano che entro il 2050 nascera’ una nuova classe sociale: la classe inutile.
Questa sara’ formata da persone che non sono solo disoccupate, ma anche inoccupabili: il vero problema, dunque, secondo i pensatori della societa’, sara’ quello di farle sentire appagate, in quanto cio’ potrebbe destabilizzare non poco la collettivita’.
Alcune di queste persone – purtroppo la cosa e’ gia’ stata messa in campo – vivranno in universi completamente virtuali, si trastulleranno solo nella vita virtuale: videogiochi, social network (dove magari canalizzare la rabbia divenendo dei semplici quanto innocui “leoni da tastiera”) e semplici app la faranno da padrona, assorbendo l’individuo che neanche si accorgera’ di perdere le sue giornate.
Se avete un figlio adolescente, fate un esperimento: dategli un sussidio minimo di coca-cola e pizza, e lasciatelo nella sua stanza per giorni incollato allo schermo. Fategli saltare la scuola, i pasti e le docce. Costui forse non si ricordera’ neanche di dormire: difficilmente pero’ si annoiera’ e soffrira’ per la mancanza di obiettivi.
Le cose purtroppo stanno cosi’ anche per molti “adulti”, e nei prossimi anni il fenomeno sara’ ancora piu’ evidente.
La realta’ virtuale sara’ la chiave della motivazione della futura “classe inutile”. I sociologi affermano che ci sara’ anche un ritorno alle religioni, in quanto occorrera’ creare nuove regole immaginarie per motivare la vita di queste persone, regole che serviranno solo a tenerle a bada.
Ci saranno anche molti redditi da sussistenza, che sfameranno le persone ma che non daranno loro la giusta dignita’.
Tutto questo, come potete capire, non e’ fantascienza: si va esattamente in quella direzione; per molti inconsapevoli, purtroppo, e’ gia’ realta’.
Come si puo’ ovviare a tutto questo? Personalmente, non tutto il male viene per nuocere. Se e’ vero che il lavoro puo’ darti uno scopo, e’ altrettanto vero che avere come unico scopo nella vita il lavoro e’ altrettanto triste. Si e’ altrettanto inutili se si pensa solo a lavorare… per del denaro creato dal nulla dal sistema. Diverso e’ se ami quello che fai, e se ti gratifica socialmente ed umanamente.
Il senso della vita e’ e resta – appunto – quello di arricchirci umanamente, crescere in cultura, consapevolezza e coscienza, e cio’ lo si puo’ fare in moltissimi modi: chissa’, magari in futuro perfino la realta’ virtuale ci insegnera’ queste cose.
Magari nel 2050 le persone costruiranno mondi virtuali ancora piu’ profondi e connessi. Resto dell’idea, pero’, che mai niente sara’ piu’ profondo del contatto vis a vis, senza intermediazione telematica alcuna; ecco perche’ l’approccio della rete deve cambiare, pardon deve migliorare. La rete deve creare reti reali, e non limitarsi a quelle virtuali, perche’ altrimenti ci si intrappola in questa rete!
Secondo alcuni sociologi non siamo in grado di andare contro questo triste destino, in quanto troppo poco consapevoli: io invece resto fiducioso, il risveglio dell’uomo e’ in atto e colpira’ sul serio ogni ambito della sua – attuale – triste esistenza.

Fonte immagini: Google.