La follia del patto di stabilità e crescita

In tempi cosi’ bui per l’Europa mediterranea – ma non solo – il cosiddetto Patto di “Stabilita’ e crescita” si conferma uno strumento di morte dell’economia reale, proprio come molti altri meccanismi europei di rientro dai “debiti” presenti e addirittura futuri.
Il Patto di “Stabilita’ e Crescita” – tanto per essere precisi – fu stipulato nel ’97 a seguito del Trattato di Maastricht, al fine di confermarne i cosiddetti parametri economici, ovvero deficit pubblico non superiore al 3% del PIL e debito pubblico al di sotto del 60% sempre del PIL.


Dato che ormai il 50% della spesa pubblica e’ in capo agli enti locali – Regioni, Province e Comuni – e’ normale che su di essi ricada la mannaia di questo trattato, alias un accordo cieco e blindato che in tempi cosi’ grami rappresenta un vero e proprio ostacolo alla tanto decantata “crescita economica”.
Si perche’ come si puo’ SOLO pensare di crescere… se la moneta e’ debito in quanto la compri da una banca privata e se per giunta hai limiti incontrovertibili di spesa pubblica e di indebitamento anche a livello locale?!
Insomma, siamo davanti alle solite stronzate economiche che ci propinano i soliti galoppini della finanza europea e internazionale.
L’Associazione Nazionale dei Costruttori Edili (ANCE) ha redatto un dossier dal titolo “Pagare le imprese per sbloccare il paese” i cui dati sono davvero allarmanti: negli ultimi 5 anni, sono ben 13 i miliardi che i Comuni hanno in cassa e che potrebbero utilizzare per pagare le imprese fornitrici e creditrici, solo che non possono farlo in quanto sforerebbero i limiti di bilancio fissati proprio dal Patto per ogni amministrazione pubblica.
Ma c’e’ di piu’: negli ultimi anni si e’ passati da un’impostazione basata sul controllo dei saldi – e che quindi lasciava autonomia alle politiche di entrata e di spesa – ad un vincolo anche sulla spesa e in piu’ sulle entrate, cioe’ i controlli si sono fatti talmente stringenti che parlare di crescita economica e di espansione dell’economia a livello locale e nazionale e’ diventato davvero una barzelletta.
Insomma, l’obbligo di non spendere ha provocato gravissimi ritardi dei pagamenti – e ripeto, i soldi in molti casi ci sono! – e cio’ per via di questi vincoli.
La manovra appena varata dal Governo per il pagamento delle imprese e’ stata fatta proprio rispettando per tutto il 2013 lo sforamento del 3% del debito rispetto al Pil: in pratica si e’ optato per un aumento del debito pubblico… cui e’ seguito un inno di gioia dei banchieri europei.
Speriamo non ci siano altre emergenze per questo 2013, altrimenti siamo fritti!
Secondo il dossier sopracitato inoltre, non a caso, e’ proprio il settore edile che e’ sprofondato nel baratro, e cio’ a causa di lavori stradali interrotti e rimandati agli anni successivi, oppure di interventi urbanistici rimandati alle calende greche.
Il problema di questo Patto e’ che, se sforato, prevede multe salatissime, multe che nessun comune puo’ permettersi in questo momento storico: per questo i sindaci di tutto il paese, da nord a sud, chiedono una revisione del Patto di Stabilita’, cio’ per sbloccare fattori produttivi che sono indispensabili in questo momento di crisi europea e soprattutto mondiale.
Secondo dati ISTAT, dal 2007 al 2011 i Comuni hanno tagliato investimenti per oltre il 23%, provocando in questo modo minori servizi alla collettivita’ ed evitando di assumere migliaia di lavoratori che potevano invece rivelarsi molto utili al sistema-paese.
Insomma, il Patto di Stabilita’ e Crescita comporta tutto fuorche’ i motivi per cui e’ stato creato, ma l’Europa della BCE e dei banchieri sembra proprio non accorgersene.
Urge necessariamente, dunque, una messa in discussione di tutti questi “Patti per i profitti dei banchieri”, e questo perche’ tra un popolo che muore di fame e il rimborso di soldi finti creati da una banca privata su un pc… bisogna optare sempre e solo per il benessere delle persone.
Populismo? Andatelo a dire ai banchieri, loro saranno sicuramente d’accordo con questa espressione.

Fonte dati: settimanale “Il Punto”.