L’amore è da sempre un tema sbandierato da tutti. Anche Hitler diceva di agire per amore dell’umanità.
Il concetto di amore, del resto, può essere completamente distorto, e in una società come la nostra, oggi come ieri, vista la bassa evoluzione, la cosa accade con estrema facilità.
Prendiamo per esempio le contraddizioni delle religioni: esse si permettono di parlare in nome dell’Assoluto e spacciano giudizi (talvolta perfino sentenze di vita o di morte) per tutti coloro che non seguono la loro morale. Esempi tipici sono le donne, i gay, le coppie di fatto e chi più ne ha più ne metta.
La religione cristiana, non immune da queste contraddizioni, anche se ha rinunciato alla violenza fisica, continua a perpetrare violenza psicologica nei confronti di tutti coloro che non seguono le sue regole, cosa che – personalmente – mi fa ormai sorridere, anche se mi rendo conto che bisogna arrivare ad una certa consapevolezza per fare questo.
Se la religione cattolica e i suoi accoliti mostrassero le stesse attenzioni dedicate alla loro idea di famiglia alla pedofilia e all’uso del denaro accumulato avremmo sicuramente un apparato religioso più credibile e – forse – un tantino più difendibile.
Le religioni e le loro assurde regole – è questa la verità – continuano ad ottenebrare miliardi di persone nel mondo, le quali neanche si rendono conto di agire in modo completamente distorto.
Prendiamo per esempio l’aborto, anzi il concetto di vita: si difende a spada tratta una vita che ancora deve nascere e poi che si fa con quelle nate? Le si abbandona perché hanno degli orientamenti sessuali diversi, perché hanno divorziato, o semplicemente perché non sono in regola con la morale, che – con estrema presunzione quanta tracotanza – si spaccia addirittura per divina.
Le religioni, per come la vedo io, sono molto elementari nella loro spiritualità e sono per questo molto lontane da Dio, tutte. Esse non sanno neanche che cosa è Dio: se questi, infatti, è la sorgente dalla quale nascono tutte le forme energetiche, comprese quelle presenti in questa dimensione, parlare di peccati anziché di esperienze, paradossalmente, non è il vero e unico peccato?
Ciò non significa che posso fare quello che voglio (ogni azione negativa, infatti, genera altra negatività che mi colpirà allo stesso modo) quanto piuttosto significa che devo iniziare un cammino interiore di amore che manca agli stessi religiosi, portatori della (loro) immutata verità che più che divina sembra ormai essere del tutto divinatoria.
Insomma te la prendi per un figlio che non nasce e poi che fai? Distruggi la sua vita se fa una scelta che non ti piace, come quella dell’omosessualità o di separarsi o di non far nascere un’altra forma energetica. Non è quanto meno contraddittorio?
L’omosessualità – piaccia o no – è una cosa naturale, è sempre esistita e sempre esisterà in natura, basti vedere il comportamento animale, che è puro e semplice istinto.
L’aborto e il divorzio esisteranno parimenti, e questo perché nella vita le circostanze sono tantissime e nessuno può giudicare il cammino di un’altra persona, ognuno può anzi deve fare la sua esperienza.
Il concetto di famiglia che queste comunità religiose sognano, dunque, non è mai esistito per davvero. Del resto, in un mondo i cui abitanti sembrano i bambini di un asilo cosmico, si può al massimo tenere a bada le apparenze. Ecco su cosa si punta. Del resto, se non hai amore dentro di te, sfido io a portarlo in famiglia!
La minoranza di persone mature che hanno fatto un cammino interiore di amore sanno cosa sto dicendo.
Come può oggi – mi chiedo – una famiglia formarsi ed essere felice in un contesto dove il denaro non circola (cosa voluta a monte) e dove ci vuole denaro per qualsiasi cosa? Al massimo si svilupperà l’amore per il denaro, e infatti è proprio quello che succede.
Se ci sono precari e disoccupati che non possono farsi delle famiglie, se ci sono coppie che non possono permettersi una casa, un’auto figuriamoci un figlio non è certo colpa degli aborti, dei divorzi o degli orientamenti sessuali. E’ colpa del sistema che contribuiamo a generare con la nostra apatia e indifferenza.
Ecco perché reputo queste comunità religiose chiuse e ferventi delle congregazioni moralistiche, rigide, formali, ottuse visti i veri problemi, ma non solo, le reputo senza né anima né amore, in quanto non si fa altro che pontificare un amore ipocrita e condizionato. Distorto appunto.
Da quanto – mi chiedo – avete rinunciato al vero amore che prova semplicemente compassione e rispetto per tutte le esperienze di vita, i frammenti della stessa divinità che siamo? Da quanto – ancora – avete dimenticato i precetti dello stesso Gesù che tanto celebrate?
Ma ancora di più mi chiedo: sapete davvero che cosa è Dio e l’amore?