Il Natale non e’ una festa religiosa come tutti pensano ma bensi’ pagana.
Trattasi infatti di una festa astronomica, relativa cioe’ alle stelle – nello specifico alla nostra stella, il sole – ed e’ stata adottata successivamente anche dalla religione cristiana.
Il Natale, in concreto, rappresenta “la rinascita della luce” ovvero il fatto che dopo il 21 dicembre – il giorno del solstizio d’inverno, per l’esattezza – l’asse terrestre modifica la sua inclinazione rispetto al sole e quindi le giornate nell’emisfero boreale iniziano ad allungarsi.
Nello specifico, accade questo: nei giorni 22, 23, 24 dicembre il sole e’ come immobile; le sue traiettorie e il suo zenith sono sempre gli stessi; solo a partire dal 25 di dicembre inizia ad illuminare maggiormente il nostro emisfero, e le giornate iniziano pian piano ad allungarsi.
Gli antichi conoscevano molto bene tutto questo, tant’e’ vero che i persiani, gli indu’, i fenici, i peruviani, tutti festeggiavano il 25 dicembre come il giorno della “rinascita”.
Ad Alessandria d’Egitto nella notte del 25 dicembre c’erano lunghe processioni che festeggiavano e inneggiavano al dio Horus – il dio Sole – e alla dea madre Iside che portava in braccio il suo bambino che era appena nato.
In sostanza si festeggiava la rinascita della natura e dei futuri raccolti che sarebbero prvenuti dalla luce.
Anche nell’impero romano si festeggiava il “Natale”: i festeggiamenti si chiamavano “Saturnali” – o feste di Saturno – e iniziavano il 19 dicembre per concludersi proprio il 25 di dicembre.
Anche queste erano feste di gioia: si pensava infatti ai futuri raccolti e si rinnovavano i contratti agrari.
Il Cristianesimo, ai suoi esordi, non festeggiava il Natale. O meglio, lo festeggiava come festa astronomica.
Si decise, proprio per via della popolarita’ che si voleva dare alla religione, di far coincidere la nascita del profeta Gesu’ con quella della nascita del sole – a tal proposito i vangeli non dicono nulla circa la data di nascita di Cristo, anche se da alcuni riferimenti “stagionali” si pensa possa essere nato in primavera, nel mese di aprile per l’esattezza, ma neanche questo e’ certo. Ad ogni modo, l ‘immagine egizia di Iside col bambino si trasformo’ ben presto in quella della vergine Maria col bambino Gesu’.
Nei secoli successivi, pian piano, fu imposta la celebrazione della nascita di Gesu’ proprio il 25 dicembre, e il significato degli antichi, il significato astronomico, fu pian piano abbandonato.
Ancora diverse e strambe, invece, sono le origini di Babbo Natale e dell’albero di natale, altri due “baluardi” della tradizione del periodo natalizio.
Il primo si rifa’ alla figura di San Nicola, e al fatto che in un paesino della Turchia, Myra, si pensava che nella notte di natale il Santo portasse i regali ai bambini che si erano comportati bene durante l’arco dell’anno. La tradizione, coi secoli, inizio’ a diffondersi in tutto il nord Europa, dove San Nicola divento’ presto Sinter Klaas – Santa Klaus – . Successivamente, un libro di enorme successo che raccontava le leggende proprio di babbo natale pubblicato da Clement C. Moore negli USA lo rese celebre.
Una curiosita’: all’inizio Babbo Natale era vestito di verde, proprio perche’ simoleggiava la rinascita della natura e i doni che essa avrebbe portato con se’.
Ci penso’ poi la Coca Cola a mostrarlo rosso e a farlo arrivare nella forma in cui lo conosciamo oggi.
Anche l’origine dell’albero di natale si rifa’ alla tradizione astronomica: in Egitto, infatti, era uso addobbare con elementi naturali – ramoscelli, frutti, ecc – piccole piramidi in legno che erano la copia esatta delle famose piramidi egizie.
Tutto cio’, ovviamente, aveva un unico e solo scopo: attendere fiduciosi una bella e fruttuosa primavera.