Viviamo in una societa’ sempre piu’ veloce e sbrigativa, dove bisogna “correre” e “muoversi” ogni santo giorno, pena proprio il pensare all’inutilita’ e al vuoto che questa velocita’ comporta.
Poco interessa, infatti, se quello che fai ha un valore modesto oppure no, l’importante e’ correre per il “sistema” e partecipare alla “vita collettiva” attraverso nuove modalita’, nuovi giochi, in cui siamo tutti attivi, veloci e soprattutto “connessi”.
I ritmi di vita, del resto, sono talmente pressanti che bisogna pure trovare degli sfogatoi!
Ecco spiegato – forse – uno dei motivi del successo dei social network, i quali si basano proprio sull’atomizzazione della attuale modello di societa’: la solitudine abitudinaria, infatti, che l’attuale sistema sociale ed economico comportano fa si’ che le persone, pur di coltivare “appieno” un bisogno naturale di relazioni che e’ intrinseco in ogni uomo, si riflettano in “comode e veloci” – ma di fatto solitarie – “comunita’ virtuali”, dove si ha molta piu’ apparente possibilita’ di “partecipare” alla vita pubblica e dove si puo’ perfino decidere di non essere se’ stessi.
Se dai social network si puo’ capire molto della nostra vita – perfino della nostra privacy – poco importa: un tempo eravamo soliti confidarci con i nostri amici, i nostri conoscenti, oggi invece lo facciamo con una comunita’ virtuale che in realta’ non ci conosce per davvero.
Se su internet tutto e’ a volte perfino esasperante – dai contenuti fino alle relazioni tra gli stessi individui, specie quelle caratterizzate dall’eros, ammettiamolo – il web, dal canto suo, ha pero’ il merito di donare incredibili opportunita’ non appena si decide di uscire da quella che io chiamo “bulimia telematica”, decidendo cioe’ di focalizzarsi sui pochi ma buoni membri o elementi della comunita’ virtuale che piu’ rispecchiano il nostro vivere e sentire comune.
Insomma Internet e’ facile e comodo visto il sistema di vita che ancora accettiamo, solo che deve essere uno strumento delle nostre vite e non viceversa.
il problema, infatti, e’ che si rischia una tale divisione della societa’ – ecco appunto il termine “atomizzazione” – che dopo non se ne esce piu’.
Insomma, rischiamo sulserio che la nostra “second life” su internet ci catturi, a tal punto da trasformarci in un computer parlante che intrattiene relazioni.
Certo, siamo forse lontani da questo scenario fantascientifico, ma c’e’ ormai bisogno che nelle scuole e nelle comunita’ ci sia una vera e propria “educazione alla rete”, cio’ proprio per evitare la virtualizzazione eccessiva delle nostre vite.
Virtualizzazione che alla fine comporta – come sostiene Sherry Turkle nel suo libro “Alone Together” – relazioni virtuali… unite a solitudini reali.
Internet, insomma, deve rimanere la finestra sul mondo, non il mondo dalla finestra!
A proposito di relazioni umane sul web, il famoso sociologo Zygmunt Bauman, nel suo libro “Gli usi postmoderni del sesso”, ha parlato proprio degli indebolimenti dei rapporti umani sulla rete: per lui, ad esempio, il sesso, l’amore e l’erotismo dovrebbero essere tutti vissuti in una relazione stabile ma soprattutto concreta, solo che nel web le due cose si dividono, anzi si contendono lo stesso territorio fino a farsi la guerra l’una con l’altra.
Bauman, a tal proposito, parla anche di “collezionisti di emozioni”: dato che abbiamo bisogno piu’ che mai di emozioni visto il sistema economico e produttivo delirante e “numerico” – in pratica un modello senz’anima – non ci resta altro che farne incetta mostrandoci e apparendo, e cio’ solo per dare un volto alle nostre fragili identita’ spaventate.
Per Bauman, in particolare, l’erotismo emotivo e’ un dissolvimento “liquido” della nostra identita’, che ci consente cioe’ di vivere meglio… scegliendo ogni giorno un nuovo vestito dal nostro guardaroba.
Insomma, qui si rischia davvero una generazione in eterna confusione tra realta’ e nascondimento, apparenza e travestimento, ma soprattutto tra solitudine e appartenenza.
Ancora una volta la soluzione e’ e resta una: l’educazione alla rete soprattutto per le nuove generazioni.
Del resto, se internet rimane la tua finestra sul mondo, uscire dalla porta di casa dopo aver intravisto la propria direzione sara’ ancora piu’ bello.
Soprattutto sara’ un’esperienza affascinante quanto ricercata.
Fonte immagini: Google.