Mitra: il culto antesignano di Gesù

La religione mitrea – oggi scomparsa – ha lasciato le sue prime impronte nell’antica Roma, dove si venerava un Dio giovane e bello che aveva moltissime caratteristiche, molte delle quali in comune con il Gesu’ del Cristianesimo.
Mitra, come tutti i profeti, nasce il 25 dicembre, il giorno della ri-nascita del sole nell’emisfero boreale (il cosiddetto Sol-Invictus).
Da quel giorno, infatti, nell’emisfero occidentale, le giornate si allungano pian piano fino a portare l’estate e quindi l’abbondanza.


In onore di Mitra, i sacerdoti non solo spezzavano il pane e bevevano il vino (simbolo di ricchezza e di futuri raccolti di grano e viti) ma uccidevano anche un Toro, l’animale sacro al profeta, che corrisponde al segno di riferimento nella cosiddetta precessione degli equinozi (Gesu’, per esempio, e’ affibbiato al segno dei pesci, ecco perche’ molti alti prelati hanno un cappello di tale fattura, mentre oggi stiamo iniziando a scorgere l’era dell’acquario).
La precessione degli equinozi diventa a questo punto fondamentale per capire le varie religioni, soprattutto i vari cambi di culto: essa rappresenta, in sostanza, la costellazione di riferimento a cui “guarda” la Terra in un dato momento, cio’ dovuto al movimento del suo asse di rotazione che e’ lungo e oltremodo lento (circa 2.250 anni).
Nella storia dell’uomo, dunque, ogni volta che questa costellazione di orientamento cambia, ecco che nascono anzi proliferano nuovi culti, sicche’ quelli imposti con la forza, alla fine, hanno la meglio su tutti gli altri.
Testimonianze documentate di Mitra risalgono al 68 D.C. ma in realta’ questo culto lo precede di molto – e’ piu’ antico di quello di Mose’! -ed era diffuso in Asia e in Europa fino alla Gran Bretagna.
Il centro del culto era rappresentato dal Mitreo, una cavita’ o una caverna adattata a un tempio: e’ qui che avveniva la cosiddetta tauroctonia (l’uccisione del Toro) in quanto bisognava traghettare l’umanita’ da un’era a un’altra.
Molti culti – chiariamoci – prevedevano e prevedono tuttora sacrifici animali: nell’epoca ebraica del profeta Mose’ (quella del’Ariete, subito dopo quella del Toro) l’animale sacrificato era un agnello (cosa che in qualche modo e’ arrivata fino a noi).
Il culto mitreo era diffusissimo a Roma, tant’ e’ vero che sono stati trovati nella capitale tra i mille e duemila rifugi dove si riunivano i fedeli (calcolati nell’ordine di almeno 50.000); ma non solo, mitrei sono stati trovati a Ostia, Napoli, Umbria, Sicilia, nelle Marche e perfino nel Friuli Venezia Giulia.
Mitra era un culto soprattutto maschile, in quanto a quei tempi le donne non potevano neanche affermare una propria religiosita’: essa, in sostanza, era una prerogativa pubblica lasciata nelle mani dell’uomo.
Il Dio Mitra, come Gesu’, nasce da una vergine, e prima di lasciare la Terra aveva convocato i suoi apostoli per un’ultima cena, durante la quale aveva spezzato il pane e versato il vino, celebrando la sua ascensione al cielo.
Il suo culto prevedeva sette livelli – e quindi prove – di purificazione, che gli adepti dovevano superare pur di ascendere allo stesso modo.
Non sappiamo molto di questi livelli, possiamo pero’ immaginare a dei passaggi spirituali volti a una sorta di illuminazione e/o ascensione.
Dulcis in fundo, Mitra era un Dio molto gradito alle truppe: non poteva essere diversamente del resto, dato che, nell’epoca in cui veniva celebrato, la guerra era un’arte e i soldati prestavano a lui giuramenti, promettendo di essere leali sul campo di battaglia per garantirsi – pensate! – proprio il paradiso.
Insomma, la solita strumentazione della religione pur di fare qualunque cosa, anche uccidere un altro essere umano.
Il culto di Mitra oggi e’ solo in apparenza misterioso: in realta’, davvero poco e’ cambiato in fatto di religioni, semplicemente siamo entrati in nuove e diverse costellazioni dello zodiaco terrestre.

Fonte immagini: Google.