Morire per la crisi economica

La crisi economica e’ finta ma produce effetti reali: lo e’ in quanto creata a tavolino dalle banche che prestano i soldi agli Stati – con tanto di interessi – ma e’ reale in quanto produce sempre piu’ debito e interessi che non saranno mai piu’ saldati.
In un sistema del genere, dettato solo dall’avidita’ di un manipolo di uomini – tradotto banchieri – ci sono sempre piu’ persone che non ce la fanno piu’ e che decidono – ahime’! – di mettere fine all’unica cosa che conta per davvero in tutta questa confusione che chiamiamo mondo, l’unica cosa che e’ reale piu’ di tutte: la vita stessa.


Si, perche’ mentre i soldi sono quasi tutti virtuali – si stima piu’ del 95% del denaro del pianeta – e producono interessi altrettanto virtuali, le nostre vite sono concrete, e dipendono solo e sempre piu’ da queste astrazioni numeriche.
Nel 2012, da gennaio a maggio, ci sono stati 30 suicidi per la crisi economica: imprenditori, operai, gente disperata che non sapeva piu’ come vivere, dato che per “vivere” bisogna avere questi maledetti e stupidi – se ci pensate! – pezzi di carta…
30 vite spezzate per sempre, per soldi che neanche esistono nella realta’.
Nel 2010, quando il credit crunch – tradotto la stretta del credito da parte delle banche – non era ancora cosi’ forte come adesso, ci sono stati in Italia ben 3.048 suicidi, di cui 187 per ragioni economiche.
Cio’ significa che il malessere degli italiani – ma non solo, di tutti noi esseri umani – ha mille e piu’ volti, e che le ragioni, seppur cosi’ disparate, si possono ricondurre al fatto che il nostro attuale sistema politico, economico, sociale e culturale e’ troppo selvaggio, in quanto basato solo sulla competizione tra gli esseri umani e sulla conquista di un benessere… in un sistema finto.
Sempre piu’ persone soffrono per tutto questo, sempre piu’ persone si sentono “inadeguate” se manca loro uno dei tanti apparenti “must” della realta’ virtuale che abbiamo creato.
Gia’ perche’ per i media – la principale fonte di informazione per le persone ancora oggi – c’e’ una sola visione della realta’ e della vita, ed e’ quella “competitiva” e “consumistica”.
Ma cosa vogliono dire questi termini, a pensarci bene?
Sono solo una buffonata, una gara verso il nulla, una ridicola corsa contro il vento che ti scompiglia i capelli.
Per ogni suicidio vero e proprio, vi sono almeno tre tentativi di suicidio nel mondo: negli ultimi anni, l’ISTAT ha calcolato che in TUTTE le Regioni italiane il tasso dei tentativi di suicidio e’ quasi raddoppiato… questo ovunque, avete capito bene!
Un recente rapporto EURES, invece, denominato “Il suicidio in Italia al tempo della crisi” ha messo in luce come dalla meta’ degli anni ’80 il tasso dei suicidi veri e propri nel belpaese si sia raddoppiato pressoche’ ovunque, per tutte le regioni, anche in questo caso… senza nessuna eccezione.
Questo vuol dire una cosa sola, e cioe’ che il modello attuale di societa’ in cui viviamo ci rende sempre piu’ barbari e infelici, e cio’ – probabilmente – perche’ e’ un sistema contro natura, perche’ si basa solo sul denaro fittizio e sulla mercificazione del mondo – persone comprese! – e tutto cio’ confligge ampiamente con la nostra comune e mai sopita dimensione spirituale.
Componente, questa, del tutto ignorata e soffocata dalla societa’ dei consumi e delle stupide rincorse.
Molti psichiatri, attualmente, temono che i suicidi per la crisi economica – specie se “pubblicizzati” nei tg – possano produrre casi di emulazione, cio’ per le troppe persone che stanno vivendo un disagio psichico dettato da necessita’ economiche.
La depressione – e questo i dottori e in particolare le farmacie lo sanno molto bene – e’ in aumento in tutto l’Occidente, crisi o non crisi economica, e i suicidi sono solo la sua espressione piu’ parossistica.
Il sistema in cui viviamo – e le crisi che esso genera – non sono piu’ tollerabili e soprattutto non sono piu’ sopportabili se visti in una dimensione “umana”, dimensione che e’ poi la piu’ importante di tutte, da sempre!
La risposta a questa crisi, quindi, non deve essere il suo superamento, ma il cambiamento radicale dell’intero modo di “concepire la realta'”, cambiamento che puo’ derivare solo da una cosa, e cioe’ dalla modifica dei nostri valori, della nostra mentalita’ e soprattutto delle nostre priorita’.
Il denaro deve essere solo uno strumento, una mera convenzione sociale che non deve MAI prevalere sugli interessi dell’individuo e sull’aspetto UMANO della vita e delle cose.
Questo nuovo modo di vedere le cose – l’unico giusto – restera’ un’utopia solo se noi vorremo che rimanga tale: noi tutti, infatti, siamo infinitamente piu’ importanti di questi stupidi e convenzionali pezzi di carta.
Prima capiremo tutto questo, prima ci strapperemo le catene della disumanita’ che qualcuno…dall’alto del suo scranno ci ha voluto mettere.
Cio’ senza che neanche ce ne accorgessimo.

Fonte dati: Settimanale “Il punto”
Fonte immagini: google