Viaggio a Nuova York

New York e’ una megalopoli di 19 milioni di abitanti, ufficialmente la citta’ piu’ popolosa degli Stati Uniti d’America.
E’ divisa in cinque quartieri chiamati boroughs, vale a dire Queens, Bronx, Manhattan, Brooklyn e Staten Island. Tutti questi quartieri sono interconnessi da una velocissima metropolitana che e’ tra le piu’ capillari del pianeta.
L’isola di Manhattan, in particolare, e’ una piccolissima striscia di terra, larga 4 e lunga circa 20 km, e nonostante cio’ e’ uno dei luoghi piu’ congestionati e affascinanti del mondo.


Si divide in tre parti: Uptown (la zona piu’ ricca e altolocata, divisa in due dal bellissimo Central park), Midtown (piena delle piu’ famose attrattive) e Downtown, ovvero la parte finanziaria.
Una volta arrivati sull’isola, sembra di vivere sulserio in un set televisivo a cielo aperto: molti scorci li si riconosce proprio perche’ visti in questo o quel famoso film, mentre tutte le attrattive dell’isola – che sono numerosissime – sono riconoscibili in quanto all’interno di ognuna vi e’ stata girata qualche scena cinematografica o qualche famosa pubblicita’.
La vita sull’isola di Manhattan – messa a nudo dalla celebre serie-tv Sex and The City – e’ davvero come te l’aspetti: orde di impiegati che sfidano il gelo brandendo un caffe’ (magari appena comprato da Starbucks) come fosse un’arma micidiale sia contro lo stress da lavoro mattutino sia contro le orde di turisti sognanti e a dir poco fastidiosi (almeno a quell’ora).
Ma non solo, l’isola e’ filmica per le nuvole di vapore che si levano dai tombini, per i camioncini ambulanti che vendono hot dog in ogni angolo delle strade, per le scalette anoressiche avvinghiate ai palazzi come fossero edera instabile, nonche’ per le mandrie di taxi pronte a fermarsi ovunque appena si alza la mano, a patto che l’insegna luminosa sia bianca (colore che indica che il taxi e’ disponibile).
Ogni negozio a Manhattan poi e’ davvero un salotto prezioso: i grandi marchi Gucci, Dolce & Gabbana, Versace, Armani, Abercrombie hanno tutti un mega store sulla fifth avenue, ovvero il viale piu’ “in” tra tutti i viali (le avenue) della piccola isola.
E’ molto facile “perdersi” in questo immenso e globale centro commerciale all’aperto: dai salotti esclusivi per ogni brand ai mega centri piu’ grandi del mondo (uno fra tutti Macy’s) si rischia davvero una congestione consumistica alla quale, nonostante tutto, non siamo ancora abituati.
Manhattan inoltre e’ sorvegliata, anzi letteralmente custodita, da titaniche colonne di vetro e acciaio (i famosi skyscrapers) ognuno dei quali e’ un’incredibile opera d’arte sia dal punto di vista ingegneristico che estetico. Famosi fra i tanti sono il Chrysler, Il Rockefeller Center (dal suo Top of the Rock e’ possibile vedere l’intero skyline di Manhattan) ma anche l’Empire State Building, il Sony Building, il Palazzo dell’ONU, la Freedom Tower.
Perfino Wall Street, situata nella parte bassa della citta’, ha il suo terribile fascino: le varie banche piu’ influenti del pianeta, infatti, si trovano proprio qui, insieme alla famigerata Federal Reserve (il cancro finanziario del mondo, per chi mi conosce e sa di cosa mi occupo).
Le loro sedi cosi’ sfavillanti e imponenti, del resto, rappresentano i simboli perfetti di un capitalismo che ormai non solo ha stordito l’isola, ma anche l’America e il mondo intero.
Ground zero inoltre e’ proprio contigua alla parte finanziaria: in sostanza, le torri gemelle erano l’unico centro commerciale della zona bassa di Manhattan. E forse questo non e’ un caso.
Ma New York non e’ fatta solo dalle luci sfavillanti delle pubblicita’ di Times Square, dai musical di Broadway, dal magnifico Central Park pieno di scoiattoli cosi’ amabili con l’uomo. La vita dei New Yorkers, infatti, e’ davvero difficile se si pensa – per esempio – che un figurante di un musical si sveglia ogni mattina all’alba e fa la coda fuori a uno dei numerosi teatri solo per farsi assumere alla giornata per una misera mancia di 50 dollari o poco piu’!
Ma non solo, tutti i ragazzi giovani che lavorano negli store, nei mega complessi commerciali e simili, sono tutti precari e con contratti da pochi soldi, per non parlare del fatto che sono tutti molto molto giovani, per cui, quando le prime rughe si faranno intravvedere allorizzonte, non e’ affatto impossibile che suoni anche la campanella del licenziamento.
Personalmente, ho osservato una generazione di poveri che insegue ancora il classico sogno americano, il quale, tutto sommato, ammettiamolo, ispira anche le nostre recondite fantasie.
Una commessa da Tiffany mi ha letteralmente spiazzato un giorno quando mi ha rivelato che voleva vivere in Italia e io a New York. Le sue parole sono state esattamente queste: “be’ io coi miei soldi non posso venire a casa tua mentre tu si’, quindi sono io che ci guadagno, non credi?”
Un’ultima esperienza che mi ha lasciato di stucco e’ stata la conferma della profonda cultura consumistica che ancora affligge i New Yorkers e non solo, purtroppo: l’ultimo giorno, prima del mio ritorno nella bellissima quanto violentata Italia, ero nei bagni di un famoso centro commerciale ed ero giu’ di tono perche’ mi dispiaceva lasciare un posto cosi’ meraviglioso e amabile, nonostante tutto; ebbene, uno dei commessi e’ venuto in bagno a lavarsi le mani e, vedendomi triste e avendone saputo il motivo, mi ha suggerito – per sentirmi meglio – di comprare al terzo piano dato che c’erano gli sconti del 25-30% su molti prodotti!
Inutile dire che per un attimo l’ho guardato con occhi inferociti, anche se ho capito perfettamente la situazione.
Insomma New York e’ sulserio un melting-pot umano e culturale, una miscela comunque esplosiva che ha un fascino tutto suo e che al tempo stesso attrae e allontana.
Una cosa e’ davvero certa: i caffe’ da Starbucks, i cupcake della pasticceria magnolia, il Top of the Rock e un qualsiasi musical valgono gia’ da soli un bellissimo viaggio.