Yahweh, il condottiero spacciato per Dio

Salvador Freixedo è un ex gesuita sospeso a divinis per i suoi libri contro una chiesa che ha conosciuto ma non apprezzato.

Difendiamoci dagli Dei è uno dei suoi libri più noti, un testo dove parla delle numerose divinità che hanno attraversato le epoche umane, dei che si sono spacciati per Dio – il Tutto – quando il loro obiettivo era solo il controllo e la schiavitù dell’uomo.

Per Salvador Freixedo, la Bibbia è un libro strano: tutti la difendono ma nessuno o pochissimi la conoscono.

La storia della Bibbia, però, è arcinota: Dio sceglie un popolo – gli ebrei – al quale dà dei comandamenti e lo aiuta a raggiungere la terra promessa, anche se questo passaggio sarà molto avventuroso, lasciando sul campo morti, feriti e tanta sofferenza.

Secondo la Bibbia i figli d’Israele erano divisi in dodici tribù, una per ogni figlio del patriarca Giacobbe. Ruben il primogenito (il cui nome significa guarda, un figlio (maschio)!) Simeone, secondogenito (il suo nome significa Yahweh mi ha udito); Levi, terzo figlio; Giuda chiamato anche “giovane leone”; Dan figlio di un’ancella di Rachele; Neftali, Gad e Aser (che significa “così mi diranno felice”); Issachar, Zabulon e Giuseppe  (primo figlio di Rachele); Beniamino, secondo e ultimo figlio di Rachele. A questa prima struttura tribale se ne aggiunsero altre: Efraim e Manasse (quest’ultima così numerosa da essere divisa in due.

I testi religiosi raccontano la storia di Giacobbe e di questi dodici figli, che lasciarono Canaan durante una grave carestia e si stabilirono nel nord dell’Egitto. Qui i loro discendenti furono resi schiavi dal governo egizio guidato dal Faraone, sebbene non ci siano prove storiche di tutto questo. Dopo circa 400 anni di schiavitù, Yahweh, il Dio di Israele, manda il profeta ebreo Mosè della tribù di Levi a liberare gli Israeliti da questa condizione. Secondo la Bibbia, gli ebrei emigrarono dall’Egitto (un evento conosciuto come Esodo), per tornare alla loro patria ancestrale di Canaan. Questo evento segna la formazione di Israele come nazione politica nel 1400 a.C.

Agli occhi di un osservatore ancora dotato di senso critico, la domanda nasce spontanea: se sei Dio, e hai creato tutto il mondo, che senso ha scegliere un popolo (gli ebrei) e guidarlo verso questa terra… aiutandolo ad uccidere tutti i popoli nemici e via discorrendo? Insomma, sei Dio, cosa fai, distruggi la tua stessa creazione?

Basterebbe già questo per smontare tutto il sangue versato nei libri dell’antico testamento, ma è bene andare oltre.

La personalità di Yahweh era molto particolare. Egli voleva essere visto come protettore e come padre, ed era tremendamente esigente col suo popolo, implacabile nei castighi e incline all’ira.

Onestamente, non mi sembra la personalità del Dio d’amore cui dovremmo essere abituati.

Egli, nell’antico testamento disse più volte ai popoli eletti di abbandonare la loro terra: prima lo fece con Abramo che doveva abbandonare la Caldea con i suoi, poi con Mosè che doveva guidare gli ebrei e abbandonare l’Egitto.

Egli li accompagnava in modo strano, dato che era descritto come una colonna di fuoco e fumo che si illuminava di notte e dava loro ombra di giorno, aprendo loro la strada e perfino le acque!

Abramo, abbandonata la Caldea in favore dell’Egitto, vi fece ritorno dopo pochi anni. Il capostipite delle dodici tribù d’Israele Giacobbe fece lo stesso, fino a che, dopo due o tre secoli, il suo discendente Mosè partì alla testa di tutto il popolo.

Nel caso specifico di Mosè e degli ebrei, Yahweh li fece peregrinare per l’inospitale deserto del Sinai per ben quarant’anni, quando avrebbero potuto compiere quel cammino in soli tre mesi.  La distanza che dovevano percorrere era di circa 300 km, eppure diventarono più di 1000, per non parlare del tempo.

Quando arrivarono in questa terra promessa, gli ebrei dovettero combattere contro numerose tribù che vivevano in quel posto, come gli Amorrei, i Filistei, i Gebusei, i Gabaoniti, gli Amaleciti, questo perché giudicati “pagani”, non credenti a Yahweh.

La Bibbia narra proprio di queste battaglie: in sostanza, è un libro di guerra e conquista. Un trattato militare.

Yahweh esigeva dal suo popolo sacrifici di sangue: gli ebrei bruciavano carcasse di animali, e l’odore della carne bruciata – questo viene spiegato in molti passaggi nell’Antico Testamento – era un vero e proprio piacere per questo Dio-condottiero.

Yahweh, a differenza di altri dei che esigevano sacrifici umani come quelli degli Aztechi che si divertivano a imporre ai loro gli stessi pellegrinaggi, accarezzava solo questa idea: egli infatti, come tutti sanno, ordinò ad Abramo di uccidere suo figlio Isacco, salvo poi fermarlo all’ultimo momento.  Tuttavia c’è il caso di Jeftè raccontato nel libro dei Giudici.

Jeftè era appunto un giudice d’Israele che combatte’ contro gli Ammoniti e che fece voto a Yahweh che, se avesse vinto, avrebbe ucciso la prima persona che sarebbe uscita dalla sua casa sua venendogli incontro: ebbene la prima persona che vide, purtroppo, una volta tornato vivo dal campo di battaglia, fu proprio sua figlia.

Yahweh stavolta non disse nulla, permettendo quel sacrificio umano.

IL Dio condottiero della Bibbia, comunque, abbandonò il suo popolo quando ne aveva più bisogno: una volta conquistata questa terra, infatti, arrivarono i romani in Palestina ma lì scomparve definitivamente.

Prima di farlo, però, chiese al suo popolo di costruire per lui un grande tempio, cosa che fu fatta.

La cosa davvero sorprendente è che la teofania dei popoli della Terra è piena di pellegrinaggi guidati da queste divinità. 

Perché lo facevano? Per potere nei confronti di altri dei allora presenti sul Pianeta?

Ricordiamoci sempre che nella stessa Bibbia – nel libro della Genesi – il primo libro di questo Antico Testamento – c’è una frase molto sibillina (Genesi 6:1 -4) che dice: “Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla faccia della terra e furono loro nate delle figlie, avvenne che i figli di Dio (degli Elohim in realtà n.d.a) videro che le figlie degli uomini erano belle e presero per mogli quelle che si scelsero fra tutte. Il SIGNORE (Yahweh in questo caso) disse: ‘Lo Spirito mio non contenderà per sempre con l’uomo poiché, nel suo traviamento, egli non è che carne; i suoi giorni dureranno quindi centoventi anni’.

Per chi vi scrive, la Bibbia è sicuramente un libro di potere di uno dei tanti Elohim (dei) che allora abitavano la Terra. E’ un libro di potere, di conquista, che ha creato una religione dalle stesse sembianze, imposta con la stessa violenza a miliardi di esseri umani.

Magari questi ultimi avevano subito altri pellegrinaggi, solo che per loro mancava semplicemente il libro “sacro”.